In certi momenti il tempo si dilata; o almeno ne si ha l’impressione. Sembra che davanti a noi si estenda un passaggio aperto e immenso in mezzo al Mar Rosso, mentre Mosè stende il suo bastone per farci passare all’asciutto; ma il miracolo dura solo il rapido tempo della traversata e torna presto ad angustiarci nuovamente il ritorno al suo posto di quel mare, di quelle acque, che hanno nutrito il nostro male e le nostre speranze.
Ma quando le speranze sono alle spalle, bisogna ricreare nuove angustie, nuovi dolori, per poter poi immaginare nuova speranza, nuovo varco, nuovo istante di leggerezza e sicurezza…
E si presume nuova fatica, e si incomincia per un attimo a pensare, come il poeta, che ‘il naufragar m’è dolce in questo mare‘, se solo ci fosse consentito naufragare…