Costruzione 191: Pavimento in marmi policromi (prima parte)

Da Wernerio
Dunque, sarebbe ora di iniziare a parlare del pavimento del salone principale (la cosiddetta "caminata"), che copre per superficie oltre metà del piano nobile.
Nel momento in cui scrivo, la pavimentazione non è ancora conclusa e manca ancora tutta l'ultima fase - piuttosto delicata - di rivoltamento e fissaggio. Sì, perché anche in questo caso, come per l'acciottolato del portico, ho deciso di realizzare il pavimento a parte ed inserirlo all'interno della Domus soltanto in un secondo momento.
Questo è dovuto al fatto che i materiali usati hanno spessori diversi e necessitano quindi di essere collocati su un supporto cedevole (plastilina, in questo caso) che permetta di livellarne in seguito la superficie.
Ma andiamo con ordine.
Prima di tutto vorrei spendere due parole sulla scelta del soggetto, che come al solito è forse un po' eccessivo per un'abitazione privata, ma che volevo molto ricco, trattandosi del principale ambiente di rappresentanza e ricevimento degli ospiti.
Già dal pavimento dovrà essere ben chiaro agli invitati quale sia lo status sociale ed economico della famiglia, e a questo proposito il committente non bada a spese.
Volendo realizzare un disegno più complesso della solita scacchiera, presi inizialmente in considerazione alcuni pavimenti marmorei ad intarsio di epoca medievale, chiamati oggi di stile "cosmatesco".
In questo caso i limiti alle mie ambizioni sono posti non soltanto dalle dimensioni, ma anche dalla scarsa varietà di colori di cui dispongo, per cui ho realizzato alcune prove di taglio, verificando che non mi era possibile  lavorare il marmo bianco sotto una certa scala senza causarne la rottura (o meglio, lo sbriciolamento).
I materiali selezionati per la composizione del pavimento sono strisce di marmo molto sottili (da 1 a 3 mm di spessore) levigate a specchio su un lato, recuperate dagli scarti di un marmista nei pressi del cimitero di Staglieno, a Genova.
Dopo aver deciso di semplificare il modello, mi sono imbattuto in questa immagine che rappresenta una melusina, essere mitologico medievale. Al di là della scena, ciò che mi ha subito colpito è la pavimentazione delle stanze. In particolare quella di destra, realizzata con tre dei 4/5 colori a mia disposizione.
Ecco qui alcune prove di composizione realizzate prima della posa vera e propria:

Sfortunatamente la scarsa quantità di alcuni di essi non mi permetteva di coprire l'intero pavimento con quella trama precisa, ma introducendo qualche variazione cromatica e magari bordeggiando tutte le pareti con un "passepartout" verde (il colore più abbondante) avrei potuto farcela...

Il lavoro effettivo inizia con la stesura di un sottile strato di plastilina sulla stessa tavoletta usata in passato per la costruzione dei mattoncini di Das. Su questa base incido con un punteruolo il perimetro del salone e le linee guida per la posa delle piastrelle, precedentemente disegnate su un foglio per stabilire le dimensioni reali dei pezzi, leggermente ridotti rispetto alle prime prove.

Una volta pronta la superficie d'appoggio, trasferisco questi primi pezzi sul letto di plastilina ed incomincio il taglio delle tessere successive, alternando i riquadri principali ai triangoli chiari e scuri.

Come si può vedere dalle seguenti foto, i margini dei triangoli chiari non risultano netti, a causa della granulosità del materiale. I pezzi neri, al contrario, risultano più duri al taglio ma mantengono un profilo molto più preciso.

Ovviamente mi accompagna nel lavoro il Dremel con il disco diamantato, senza il quale mi sarebbe impossibile lavorare a questo elemento della Domus. La carta vetrata infatti, con il marmo ha ben poca utilità.

Il lavoro prosegue in questo modo fino a quando un eccessivo uso del Dremel mi causa un fastidioso formicolio al braccio destro, facendomi temere ben altri problemi. Il sintomo, provocato evidentemente dalle vibrazioni del motore sul braccio in tensione per diverse ore consecutive, scompare con qualche giorno di riposo.
La pausa forzata mi permette di accorgermi che, proseguendo taglio e posa in questo modo, finirò il marmo arancione prima del previsto, complice lo spreco di diverse tessere tagliate di dimensioni inferiori al dovuto.
Si impone un'altra modifica al progetto.
Approfittando della grande quantità di pezzi verdi (finora inutilizzati), decido di alternare ai riquadri arancioni altri di quel colore.

Tutto sommato preferivo la composizione a tre colori, ma se voglio dare al pavimento del salone un aspetto uniforme, a questo punto la scelta è obbligata. Avanti con i riquadri arancioni e verdi, quindi!

Senza contare che questa non sarà neppure l'ultima modifica: anche i triangoli bianchi rischiano di essere troppo pochi per coprire tutto il salone. Dovrò limitare il loro uso ad alcuni settori centrali del pavimento, utilizzando per tutto il resto della superficie i loro omologhi gialli. Eppure ero convinto di avere abbastanza pezzi bianchi, ma non avevo considerato che una parte di essi presenta le due facce opache, e quindi rovinerebbe l'effetto lucido del pavimento...

Superato anche questo scoglio, credo di poter procedere fino in fondo senza ulteriori intoppi... ma come ho detto all'inizio, questo è un lavoro ancora in progress, quindi per vederne la fine dovrete pazientare ancora un po'...


 MATERIALI:
marmi colorati, plastilina
STRUMENTI:
Dremel + disco diamantato, tenaglie, pinzette, matita, righello, punteruolo
MISURE (in cm):riquadri interni arancioni e verdi: 1,2
riquadri composti da riquadro interno + 4 triangoli: 1,7

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