Sono passati molti mesi da quando ho descritto l'inizio dei lavori sulla pavimentazione del piano nobile.
Finalmente il pavimento del salone è stato completato e montato al suo posto. Il processo costruttivo è piuttosto elaborato, vediamo se riesco a descriverlo senza troppi giri di parole...
Innanzi tutto, partiamo da dove eravamo rimasti nella prima parte: la composizione del mosaico sul letto di plastilina.
Ci è voluta tutta l'estate perché trovassi il tempo (e la voglia) di rimettermi a lavorare al taglio e posizionamento delle tessere di marmo. Nel frattempo sono andato avanti nella costruzione di altri elementi, ma adesso la posa del pavimento non è più prorogabile. L'innalzamento dei muri renderebbe molto più difficile l'ultima fase del lavoro, già abbastanza delicata di suo.
La posa preliminare prosegue con il taglio di tutti i riquadri arancioni e verdi, estendendo la scacchiera fino a tutto il perimetro ed eliminando quindi il passepartout bianco/verde che avevo ipotizzato, che a ben vedere mi sembrava irrigidire la composizione. Avendo il bordo un'ampiezza inferiore a quella dei riquadri che formano il disegno, le file aggiuntive non coincideranno con il perimetro e le tessere andranno tagliate su misura.
Terminata la posa dei quadretti, è la volta dei triangoli, quattro per ogni riquadro. Con il completamento dei quadretti mi sembrava di essere già a buon punto, ma quanto mi sbagliavo! La posa dei triangolini è una lunga odissea che mi accompagnaterà per molte sessioni di lavoro, diurno e notturno.
Nel frattempo però, mi rincuora vedere che poco a poco tutti gli spazi vuoti vengono riempiti e il pavimento va prendendo forma.
Finiti quelli neri tocca a quelli chiari, che lascio per ultimi perché più facili da tagliare. Nel frattempo mi tocca sostituire il disco diamantato del Dremel che ormai è piuttosto usurato (-25€ da segnare sulla nota spese).
Quando finalmente la posa di tutti i pezzi è terminata (compresi triangolini minuscoli negli angoli generati dalle rientranze dei muri), passo al lavoro di livellamento delle tessere, applicando una pressione uniforme con una tavoletta di legno. Dopo tanto tempo la plastilina si è un po' indurita, e per facilitarmi il lavoro avvicino la lampada alle tessere, che scaldandosi la ammorbidiscono quanto basta.
Dopo questa operazione, finalmente il padrone di casa può effettuare una prima passeggiata di prova sul pavimento del suo futuro salone. Corre di qua e di là lasciandosi scivolare sulle piastrelle lucide come un bambino di 5 anni. Poi si rende conto di essere osservato e ritrova il suo solito contegno...
Quella che ho descritto fin qui è soltanto la prima parte del lavoro, che giunge a logica conclusione di quanto già descritto nel post precedente. Non dimentichiamoci che ci troviamo ancora sul tavolo di lavoro, sulla superficie provvisoria di plastilina! Adesso viene la parte difficile, ovvero la preparazione del pavimento per la posa definitiva all'interno del palazzo.
Dopo aver preso in considerazione tutte le possibili opzioni, ho deciso di portare avanti il lavoro con una tecnica mediata dal mosaico, che ho già avuto modo di sperimentare per un progetto di qualche anno fa (progetto per il quale era nato inizialmente questo blog, che poi è stato consacrato al Domus project).
Si trattava della copia di un mosaico romano realizzata con piastrelle colorate, per la cui posa provvisoria avevo usato un letto di argilla (con la complicazione di doverlo mantenere umido durante tutta la durata del lavoro) e che era stato ribaltato incollando la superficie con uno speciale collante messomi a disposizione da un'amica restauratrice e normalmente usato per il distacco dei mosaici antichi: il Paraloid B72.
La particolarità di questa sostanza adesiva è che una volta finito il suo compito lo si può facilmente rimuovere con l'uso di solventi senza intaccare il supporto definitivo del mosaico.
Per vedere le immagini di quel lavoro basta cliccare sulla foto in alto.
Non disponendo attualmente di quel prodotto e volendo lavorare in economia senza mettere le mani in sostanze chimiche altamente tossiche, decido di mettere alla prova una tecnica alternativa che prevede l'uso della colla di farina, che a differenza del Paraloid è solubile in acqua.
Seguendo le indicazioni trovate in alcuni blog e video su youtube (ce ne sono diversi, per le dosi precise date un'occhiata in fondo al post), preparo una discreta quantità di colla, con la quale effettuo un primo test su un mosaico improvvisato con avanzi di marmo.
Mi preme soprattutto verificare la resistenza della colla nel momento del distacco dalla plastilina e la sua effettiva facilità di rimozione senza un eccessivo uso d'acqua, che mi creerebbe problemi con la colla bianca del supporto definitivo.
Se quanto ho scritto non vi sembra molto chiaro non preoccupatevi, adesso vedremo tutte le fasi del lavoro una per una e tutto risulterà più semplice.
Il risultato del test comunque è positivo e decido quindi di procedere con il pavimento vero e proprio.
Su un primo strato di colla, ben abbondante perché si insinui all'interno dei giunti, stendo una garza di cotone che aiuterà a tenere insieme la struttura durante e dopo la rimozione del supporto provvisorio.
Sulla garza verso poi un secondo strato, che penetra nella maglia rendendola un tutt'uno con la superficie sottostante.
A questo punto non mi resta che aspettare che la colla si asciughi.
Il giorno dopo, la superficie è bella secca e posso fare il primo tentativo di sbirciare sotto al mosaico alzando un lembo della garza.
Poi, separando la plastilina dalla tavola di legno con l'uso di una spatola, ribalto il pavimento e finisco di ripulirne il "lato B" con un punteruolo e la spatolina. Nessuna tessera si stacca durante questo l'operazione.
Adesso che il retro del pavimento è ben pulito, è giunto il momento di consolidarlo definitivamente con la colla vinilica. Anche in questo caso si tratterà di una stesura in più strati, resa più complessa dall'inserimento della maglia metallica, che dovrà adattarsi alle irregolarità del fondo.
La rete è piuttosto sottile e facile da ritagliare con le forbici. Le do la stessa sagoma del pavimento e faccio in modo che aderisca per bene. Purtroppo, essendo rimasta arrotolata a lungo (non ricordo dove l'ho recuperata né quando) non ne vuole sapere di restare ferma al suo posto.
Si rende necessario procedere per tappe: nella prima fase farò in modo che aderisca per bene alla parte centrale del mosaico, bloccandola ai lati con dei pesi (la materia prima dei miei mattoncini).
Dopo qualche ora rimuovo i mattoni e stendo altra colla sul resto della superficie, riposizionando i pesi lungo il perimetro.
Per finire ripetto l'operazione con il bordo esterno, la parte più fragile e sulla quale dovrò ancora lavorare di taglio per perfezionare l'incastro.
Ora non resta che aspettare che la colla faccia presa e sperare che la teoria iniziale sia corretta. Ovvero che la colla di farina, che si è dimostrata abbastanza resistente da tenere insieme il tutto, sia anche facile da rimuovere.
L'impazienza è tanta, ma mi sforzo di lasciar passare un po' di ore. Non voglio certo rischiare di fare dei danni proprio adesso!
L'indomani, con una spugnetta imbevuta di acqua tiepida, inizio a tamponare la superficie della garza. Come per magia, la colla cede semplicemente tirando la tela con la mano, lasciando di nuovo visibile la superficie del pavimento a mosaico.
I resti di colla secca coprono ancora in modo uniforme le tessere, ma con qualche passata di spugna (adesso soltanto umida) riesco a ripulire il tutto, aiutato dal fatto che questo lato delle tessere è tagliato a lucido.
Ed ecco qua il pavimento non ancora montato sul solaio, ma già composto in un unico pezzo.
Ultima fase: il perfezionamento del perimetro e l'inserimento nella Domus!
Adesso che anche i pezzi più piccoli sono tenuti insieme dalla colla, posso arrischiarmi a tagliare via gli eccessi del bordo con il disco diamantato. Questa volta non tutto fila liscio, perché diversi triangolini saltano via durante il taglio e dovranno essere riposizionati con la colla. Uno addirittura verrà sostituito perché caduto in un buco nero apertosi improvvisamente nel pavimento dello studio e mai più ritrovato.
Intanto il salone del piano nobile è stato sgomberato e ripulito per bene, ed è pronto per la grande posa.
Nonostante le misure siano esatte, il perfezionamento degli incastri mi obbliga ad effettuare continue verifiche ed aggiustamenti, muovendomi avanti e indietro con l'intero pavimento. In questo frangente mi rallegro di aver usato la griglia metallica, senza la quale il pezzo sarebbe molto più delicato.
Una volta verificato che tutto funziona, ricopro il fondo con la colla e la distribuisco in modo da formare uno strato uniforme. Questo sarà il letto definitivo sul quale riposerà il pavimento almeno per i prossimi due secoli.
In questo breve video è stato immortalato il momento cruciale della posa:
E questi invece sono gli ultimi scatti che mostrano il pavimento già installato e pronto ad accogliere il primo grande banchetto d'inaugurazione. Beh, forse per quello sarebbe utile completare anche le pareti e il soffitto, facciamo che la festa la rimandiamo di qualche mese, ok?
MATERIALI:
marmi colorati, plastilina, colla di farina, colla bianca
Per la COLLA DI FARINA:
- 50gr di farina bianca 00;
- 250ml di acqua;
- 1 cucchiaino di zucchero bianco;
(per il procedimento vedi QUI)
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, Dremel, spatola, spatolina, punteruolo, righello
MISURE (in cm):perimetro totale: approx. 14 x 32;
riquadri interni arancioni e verdi: 1,2;
riquadri composti da riquadro interno + 4 triangoli: 1,7;
spessore tessere: 0,25;
spessore totale: 0,3.
Magazine Architettura e Design
I suoi ultimi articoli
-
Costruzione 204: Il cucinino (3) - mensole a muro e camino
-
Costruzione 203: Il cucinino (2) - porte e completamento della botola
-
Costruzione 202: Finestre del piano nobile (3) - colonne, capitelli, archetti
-
Costruzione 200: Finestre del piano nobile (2) - arcate delle quadrifore