Probabilmente questa è la prima ricetta di carne che pubblico. Un po’ perché i metodi di cottura della carne non permettono chissà quale rielaborazione che sia al contempo casalinga, semplice e sana, un po’ perché so che tanti miei lettori non consumano carne.
Tuttavia, da quando ho spiegato per filo e per segno quale carne preferire, ho deciso che inserirò qualche ricetta anche a base di carne.
Ho notato che a molte persone la carne bianca non piace perché sbagliano la cottura: la fanno semplicemente ai ferri, riducendosi spesso a mangiare petto di pollo stopposo e poco saporito per paura di aggiungere grassi, e perché “il pollo va mangiato senza pelle”.
Sbagliano: i grassi in cottura non sono controindicati, se si usano grassi capaci di reggere le alte temperature così da non degradarsi; io per cucinare uso olio extravergine d’oliva (difficilmente, lo uso sempre a crudo però), olio extravergine di cocco, ghee (burro chiarificato biologico). I grassi rendono più gustose e digeribili le proteine magre: a volte la carne risulta indigesta perché non è accompagnata dalla giusta quantità di verdura (che fornisce coenzimi e cofattori digestivi) e di grassi. Pensate che esiste una vera e propria malattia da malnutrizione determinata dall’eccessivo consumo di proteine magre non accompagnate da grassi: si chiama rabbit starvation, o morbo del caribù. Le manifestazioni tipiche sono cefalea e nausea, pressione bassa e ridotta frequenza cardiaca: donne a dieta da una vita a suon di bistecchina e insalatina, pensateci… Chi ha scoperto questa malattia, Vilhjalmur Stefansson, la definisce “fame di grasso”.
Come spiegavo qualche articolo fa, io sono favorevole all’uso di tagli di carne misti, ossia non magrissimi, e al mangiare la pelle di pollo e tacchino, purché si tratti di animali allevati all’aperto che sono stati nutriti in modo naturale, e che non sono stati trattati con farmaci: ricordate che il grasso degli animali (anche il nostro!) accumula tossine, quindi è bene mangiarlo solo se la carne proviene da allevamenti sicuri.
Mangiare grassi con la carne, o mangiare il grasso della carne, permette di avere un miglior bilanciamento nutritivo, e di sentirsi sazi senza servirsi di quantitativi insalubri di proteine magrissime.
Se cucinate tagli misti potete chiaramente omettere l’aggiunta di grasso extra, ma se usate tagli magri vi consiglio di utilizzare sempre una fonte di grasso sana, che regga le alte temperature.
Fatta questa premessa, vi propongo la mia “cotoletta di pollo”, paleo-friendly, low-carb e high-fat. Insomma: buona, saziante, non pericolosa per la salute.
Ho usato petto di pollo biologico, un taglio che uso difficilmente perché molto costoso e poco appetitoso: preferisco usare cosce e sovracosce, sempre biologiche. Compro la mia carne nel negozio Bioscelta di Bergamo (in via Gaudenzi), che se la fa arrivare dall’allevamento San Bartolomeo.
Cotoletta di pollo
Ingredienti per quattro persone
4-6 fette di petto di pollo biologico (500 g)
60 g di cocco in scaglie
40 g di anacardi
1 uovo biologico
1 cucchiaino di curcuma
Sale marino integrale
Un cucchiaio di olio extravergine di cocco
Preparazione
In una tazza rompete l’uovo, e sbattetelo velocemente con una forchetta. In un mixer tritate ad impulsi il cocco in scaglie e gli anacardi: mi raccomando, usate gli impulsi perché se prolungate la frullatura vi verrà un composto compatto e non sbriciolato! Aggiungete una presa di sale e la curcuma; mettete la panatura in un piatto fondo.
In una pentola bassa a un manico scaldate l’olio di cocco extravergine. Nel frattempo, passate il petto di pollo prima nell’uovo e poi nella panatura.
Cuocete il pollo in padella a fuoco vivo, circa 3 minuti per lato. Servite con un contorno di verdura cotta o cruda (nel mio caso: cavolo cappuccio viola spadellato in olio extravergine con aggiunta di uvetta).