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COTTI (M5S), lettera al presidente Pigliaru: se il buongiorno si vede dal mattino…

Creato il 12 marzo 2014 da Yellowflate @yellowflate

5stelleRoma, 12 marzo 2014 –  ”Con l’odierna e ufficiale proclamazione degli eletti per trasmettervi i miei più sinceri auguri di buon lavoro, unitamente agli auspici di una ritrovato impegno civico – e non solo partitico – per la soluzione dei numerosi problemi che affliggono l’Isola“. Inizia così la lettera che il senatore del M5S Roberto Cotti ha inviato questa sera all’attenzione del neo presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, una lettera che nel ricordare l’assenza dei cinque stelle tra i banchi del nuovo Consiglio regionale annuncia però un agguerrito impegno del Movimento, che non farà sconti e non rinuncerà a quel “ruolo di proposta, controllo e denuncia di un sistema, regime e potere su cui si è finora distinto, a difesa dei cittadini”.

“Ho posto all’attenzione del presidente Pigliaru – dice Cotti – tre indicazioni che dovrebbero vedere subito all’opera la nuova amministrazione regionale, che potrebbero testimoniare la qualità e l’efficacia del nuovo esecutivo: la problematica delle servitù militari, l’irrisolta questione di una nuova economia compatibile con l’ambiente e quella dei Piani di emergenza comunali”.

Nel riferire come il nuovo ministro della Difesa abbia deciso questa sera di confermare nel prossimo giugno la data della seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari (l’ultima si tenne all’inizio degli anni 80′), il senatore Cotti ha invitato il presidente Pigliaru ad attivarsi immediatamente per non giungere impreparati all’appuntamento, auspicando anzi che la Regione Sardegna possa farsi   parte diligente nel convocare una Conferenza regionale di preparazione alla scadenza nazionale, sapendo così coinvolgere non solo i rappresentanti istituzionali di quella parte di territorio occupato dai poligoni, ma anche quelli dell’intero tessuto sociale dell’Isola, pacifisti compresi, e con essi quelle realtà locali interessate da pesanti insediamenti, come ad esempio Cagliari, col suo porto militare di importanza strategica nazionale su cui troppo spesso si continua a sorvolare.

“Con la prossima conferenza nazionale sulle servitù militari – ha detto Cotti – si potrebbe non solo avere un quadro chiaro dei territori sottoposti a vincolo e delle  pesanti ricadute negative, ma anche sancire in modo chiaro la responsabilità di chi è tenuto a bonificare le aree usate per  esercitazioni militari (cominciando dai poligoni), senza escludere un effettivo potenziamento dei poteri delle regioni (comitati paritetici) e il coinvolgimento attivo degli enti locali: la commissione Difesa della Camera ha già deliberato con voto unanime una nuova indagine conoscitiva in materia di servitù militari, propedeutica alla Conferenza nazionale, uno strumento di lavoro su cui bisognerebbe coordinarsi e  che potrebbe proporre una sintesi di tutte le attività poste in essere dai ministeri degli Esteri, della Difesa, dell’Ambiente e della Salute, ma anche da Regioni ed enti locali nella gestione delle presenze e dei gravami militari nelle diverse aree del Paese”.

Non solo servitù nella lettera di Cotti. Infatti, il senatore del Movimento 5 Stelle ha sollevato all’attenzione del presidente Pigliaru la problematica dei Piani di emergenza comunali. Previsti fin dal 2012, rappresentano un indispensabile strumento per la prevenzione dei rischi, un insieme coordinato di procedure operative atte a fronteggiare qualsiasi calamità in un determinato territorio, tanto più importanti se un  territorio – come la Sardegna – è colpito dalla triste piaga degli incendi e/o dal dissesto idrogeologico, magari conseguente a fenomeni atmosferici eccezionali (si pensi a quanto accaduto nel  novembre scorso in Gallura). Ebbene, gli ultimi recenti dati diffusi dal Dipartimento della protezione civile  dicono che la Regione Sardegna è al quintultimo posto della classifica nazionale per numero di comuni adempienti all’obbligo di legge: solo 233 su 377. “La Regione Sardegna – ha detto Cottti – non può continuare a restare inerte rispetto a questi colpevoli ritardi, ma anzi deve farsi parte diligente affinchè questo ritardo venga subito colmato e i cittadini tutti vengano informati su come comportarsi in caso di emergenze e calamità”.

In ultimo, un breve invito a perseguire con convinzione la strada della nuova economia compatibile con l’ambiente. Scrive Cotti: “La Sardegna ha bisogno di un nuovo rilancio dell’economia cucito addosso alle nostre vocazioni naturali. Basta inseguire attività energivore con dilapidazione di fondi pubblici; basta con un modello di turismo slegato dalla nostra cultura e dalla nostra economia che sa attivare il solo indotto dell’edilizia, basta con le nuove forme di sfruttamento del territorio che dietro uno pseudo risparmio energetico stravolgono il nostro ambiente. E basta dipendere da scelte economiche imposte da fuori: solo il recupero della nostra autodeterminazione ci consentirà di rispondere alle richieste dei sardi”.



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