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Counseling academy: residenziale 2013

Da Andrea_cusati

Con la scuola sono partito per un residenziale di 4 giorni all'agriturismo Malga Riondera, da giovedì 27 fino a domenica 30 giugno 2013 mi sono immerso con le mie compagne di corso e una docente nella natura e nel nostro mondo interiore, esperienza indimenticabile ricca di emozioni e di nuovi strumenti utili per agire dentro di me.

Il residenziale cade in un periodo per me doloroso e confuso, nonostante questo dominano in me la voglia di viverlo e la curiosità.
Parto quindi con le migliori intenzioni.
Quando poi mi ritrovo con gli altri all’agriturismo dove vivremo quattro giorni insieme, lentamente scende un velo di apatia e tristezza dentro di me.
L’entusiasmo è ai minimi storici, non credo neanche più in ciò che faccio, mi sento stanco, vuoto e triste, mi sento confuso sulle decisioni da prendere nel prossimo futuro riguardanti la mia vita e la scuola.
Mi chiedo cosa ci faccio lì, perché ho deciso di parteciparvi.
Non trovo risposta.
E' come se qualcosa del vecchio Andrea fosse tornato dai meandri profondi di me a dirmi che mi aspettava al varco, a dirmi che mi sono illuso che se ne fosse andato o che avesse cambiato modo di agire, a dirmi che con lui non ho ancora fatto i conti per bene e cerco solo di ignorarlo fingendo che tutto adesso vada bene e sia diverso.
Inizialmente schivo il gruppo e mi forzo in alcuni casi a starci insieme.
La natura aiuta a nascondermi ma aiuta anche a farmi sentire di nuovo bambino spensierato e da bambino agivo molto di più e parlavo molto meglio con me stesso.
Grazie a me che non mi arrendo a stare male, grazie alla docente che conduce lavori di gruppo molto interessanti e azzeccati, grazie alle compagne di viaggio che mi stanno vicino e grazie al posto che ti dà modo di rallentare e riflettere, nei giorni successivi dentro di me le cose migliorano.
Scopro altri lati di alcune persone, comincio a sentirmi più rilassato e propenso ad affidarmi al gruppo e a viverlo attivamente.
Un’ombra dentro di me serpeggia ancora e per quanto cerchi di parlare con me stesso non mi molla un secondo, è più debole ora ma sento che è pronta ad emergere con tutta la sua potenza e ad azzannare.
Arriva il mio turno.
Metto in scena una situazione spiacevole capitatami poco tempo fa con mia moglie interpretata davanti a me dalle mie compagne di corso.
Mi ritrovo a piangere distrutto e sconfitto su una sedia, senza forze, attonito a vivere quel momento con tutte le voci che mi parlano dall'esterno tramite i corpi delle mie compagne di scuola.
E' impressionante, è così che accade in me e lo reggo.
Lo reggo a spalle piegate in avanti sulla sedia a testa china.
Lo reggo perché ci sono abituato, è così che vivo gran parte della mia vita.
Una vocina in un pozzo profondo chiede aiuto, ma è troppo debole e lontana.
Il lavoro procede, le parti incalzano e la docente cambia più volte strategia finché... non avviene il miracolo! L’ombra si dissipa ed emergo come Andrea adulto finalmente!
Sento di aver compreso a livello di sensazione chi è davvero Andrea e questo mi rende più sicuro all’idea di richiamarmi in futuro nel prendere in mano le redini della mia vita.
Finalmente sto bene!
Mi godo le ultime due giornate, mi godo la compagnia delle persone che mi circondano, mi godo la stellata di quell'ultima sera.
La passeggiata del mattino successivo ha un sapore diverso, un sapore meno malinconico e più ottimistico.

Foto di gruppoIl pomeriggio prima di andar via con un nodo in gola saluto persone che finiranno quest’anno la scuola e probabilmente non vedrò più o vedrò molto meno, persone che forse non vedrò più o vedrò molto meno poiché potrei lasciare io la scuola e dico addio a una situazione che non si ripeterà più nella sua unicità.
Un altro tassello importante fatto di tanti tasselli è stato aggiunto alla mia vita.
Residenziale utile, unico e irripetibile grazie a tutte le persone che l’hanno composto, vissuto, respirato e sentito dentro e fuori di loro.

               Scritto da Andrea Cusati mercoledì, 3 giugno, 2013
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