Impressioni primitive evolute in un guardaroba moderno grazie ad una deliziosissima strutturazione del capo che prima del racconto si prefigge di avere ed essere una suggestione intelligente. Primal Scream di Marco Grisolia per COVHERlab, un giovane designer trapiantato a Roma con numerose esperienze alle spalle costruisce la sua collezione "primitiva" con ispirazioni che giungono direttamente dal paleolitico e, attraverso un ponte dialogico, giungono a raccordarsi con l'arte contemporanea grazie agli influssi della fotografia di Brooke Shaden, le coreografie visionarie dei ResExtensa e la plastica totemica dei culti sciamanici filtrata attraverso l'opera di Picasso.
Un movimento sussultorio scuote i capi che, stagliati come vulcani eruttanti dentro una nube di fumo denso, si aprono in una colata magmatica e profondamente geometrica di colli a corolla o macro colli a camicia e spalle tondeggianti per i paltò che scendono inclinati come superfici rocciose scoscese in una valle silenziosa. Il ceruleo, il grigio ottanio, il senape, il viola elettrico, il cammello, l'arancio raccontano le silhouette andando a costituire una nuova anatomia che si avvale anche, e soprattutto, del colore per raccontare spazi e superfici da "abitare".
Deliziosi i top in lana stretch con inserti di seta devoré stampata, le giacche sleeveless con ali raccordate sul davanti a sacca marsupiale come quella color zucca, i pantaloni garçon, le T-shirt in cotone chintzato doppio con maniche coniche, gli sviluppi delle maniche a cannuccia di molti coat. Una poesia primitiva, scarna come un osso di seppia ma terribilmente seducente, capace di raccontare un passato lontanissimo sviluppandosi in un futuro ancora più incerto, una terra di mezzo in cui tutto confluisce raggrumandosi deliziosamente come in una zolla. Meraviglioso.