Cracovia - annotazioni e foto di una tre giorni polacca

In un mercato locale. Tanta semplicità, oltre alle zucche, ben rappresentata da una signora da quei tratti così forti, che fanno presagire di averne viste molte nei suoi 70/80 (quanti?) anni di vita. Peccato non essere riusciti a fotografarla. La Polonia, comunque, se la passa ben meglio di un paese come l'Ungheria, per avere un paragone, almeno così parrebbe.




All'interno delle miniere di Sale di Wieliczka. La miniera, in funzione dal XIII secolo, è tuttora utilizzata e si può visitare solo l'un percento del totale... poco? No, ben 3,5 km. Infatti le gallerie superano, per estensione, i 300 km. Il punto più basso a cui si poteva scendere è di "solo" 110 m, una sciocchezza rispetto al massimo di 327 di tutta la miniera.
La loro particolarità sta nelle statue scolpite dai minatori nel sale, veri e propri buffi capolavori. l'apice della bellezza si raggiunge nella cappella di santa Kinga, regina di Polonia. Si narra sia stata lei a far trovare la miniera, una sorta di dono di nozze al marito... mica male, contando quanto valesse il sale in passato!

La cappella





Lampadari salini
Il loro ponte milvio 



Romantico!

al ghetto


Al castello























Mimo nella piazza del mercato, Rynek Główny, una delle più grandi e belle d'Europa. E' raro trovare una piazza che ancora oggi sia il fulcro vitale di una città. A Roma, per esempio, piazza del Popolo è riservata a Emo, truzzi e turisti, piazza Navona solo a questi ultimi e piazza di Spagna è un posto dove fare foto e da dove far partire lo shopping. Ma quando si trova uno di questi spazi che è riuscito a conservare bene il suo ruolo (Piazza del Campo a Siena, Gendarmenkmart a Berlino...), l'effetto è bellissimo: bei locali, animazione, gente che passeggia, cultura... tutto in un unico meraviglioso posto.
Il mimo mimato.



Di nuovo al castello
Il panorama dalla cattedrale, anche lei sulla piazza del mercato. Da questa torre, nel 1241, una sentinella suonò l'allarme per avvisare i concittadini dell'arrivo dei tartari invasori. Questi, però, riuscirono a farla tacere  con una freccia che, scagliata da moooolto lontano, penetrò nella gola del poveraccio (i tartari riuscirono anche a incendiare la città). Da quel momento un vigile del fuoco ha l'onore di suonare una breve melodia che viene interrotta all'improvviso (stavolta senza bisogno di una freccia). Il simbolo di Cracovia, l' hejnal, come si chiama, viene suonato ogni ora e trasmesso dalla radio a mezzogiorno.


Un mercato dietro alla piazza del mercato


Nello stesso mercato di cui sopra, un prodotto tipico della Polonia per cui vanno in visibilio soprattutto i turisti. Si dice piaccia tantissimo agli Italiani in particolare... questo formaggio ;-)!

Ora viene lo splendido interno della cattedrale. Scusate le foto mosse, ma c'era davvero poca luce (la scena per comprare il biglietto: siamo arrivati a dare tutti i nostri averi in Slotli, moneta locale, avendoli finiti. Dopo averlo pagato siamo rimasti solo con gli euro. Cracovia, però, non è affatto cara e permette di vivere e scialare da gran signori).


Queste statue in legno della pala d'altare sono così ben fatte che un professore negli anni '80 le usò come fonte da cui studiare le malattie della pelle nel medioevo.










La Polonia è un paese estremamente religioso, quasi ossessivo, ma molto rispettoso. I polacchi sono simpatici e disponibili, ed hanno una venerazione per Giovanni Paolo secondo maniacale. 
Vecchietto che faceva l'elemosina fuori dalla cattedrale. I nostri ultimi 10 slotli, rimediati in un anfratto delle mie tasche, spesi bene.
Vecchio e nuovo che convinono.