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Crash

Creato il 16 marzo 2016 da Frankviso
CrashDavid Cronenberg
Canada, 1996
96 minuti
Agghiacciante come il freddo delle lamiere che ne incidono lo svolgimento, Crash, è l'amplesso "necrofilo" della Nuova Carne; il suo rivolgimento, che trova nell'asettica meccanicità del corpo-macchina, la decisiva stimolazione alle pulsioni del corpo-carne, e alle sue deformazioni. Un film che turba profondamente per come riesce ad avvicinarsi in maniera così tangibile al lato più impenetrabile e morboso della natura umana.
Crash è una tappa fondamentale nella filmografia di Cronenberg, perchè se da un lato rappresenta lo zenit concettuale della prima poetica, dall'altro ne decreta inconvertibilmente la frattura (condizione che segnerà un determinato modo di fare cinema), attraverso la morte (e la contemporanea riformulazione) del sesso, e in generale di tutte le ossessioni che da sempre hanno fatto del canadese la propria cifra stilistica, raggiungendo con questo film, un perfezionamento/maturazione necessari al fine di poter sondare nuovi territori. L'automobile diviene il feretro degli istinti carnali, che cercano con esasperante affanno il proprio espletamento tra le lamine contorte dell'abitacolo, ancora pregno degli ultimi umori liberati dal corpo (fluidi seminali su vetri e sedili; la carne informe di un animale spiaccicato sulle portiere).  L'organico soccombe quindi all'inorganico, e quelle stesse materie esanimi che in Videodrome (1983), iniziavano insidiosamente a produrre nel corpo cellule tumorali, trovano qui, nel metallo algente di Crash, la più compiuta metastasi. Tanto che in futuro, altre mutazioni prodotte dalla psiche, meno esplicite e più interiori, tracceranno il futuro percorso del canadese, lasciando affiorare in qualmodo cicatrici, seppur meno viscerali ed incisive.
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