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Crave: voglia di rivincita

Da Tallman
Crave: voglia di rivincitaRegia: Charles de Laurizika
Sceneggiatura: Robert Lawton, Charles de Laurizika
Nazionalità: USA
Anno: 2012
Interpreti principali: Josh Lawson, Emma Lung, Ron Perlman, Edward Furlong, Christopher Stapleton
Descrizione: La mente pericolosa di un sub-eroe
Un frustrato fotografo freelance si guadagna da vivere vendendo al miglior offerente gli scatti delle scene del crimine. La sua vita così com'è però non lo soddisfa: per una volta infatti, invece di nascondersi dietro l'obiettivo e assistere passivamente ai postumi di un omicidio, vorrebbe diventare l'eroe del caso in grado di sventare gli atti di violenza sempre più frequenti che accadono nella sua città. Questa infelicità di base unita alla solitudine alimentano i suoi pensieri che diventano man mano più diabolici per far sì che riesca a riscattare la sua propria esistenza in una società degradata che calpesta anche il più piccolo nobile intento.
Chi non ha mai desiderato di avere i cosiddetti 15 minuti di celebrità, di diventare un super eroe almeno per un giorno, di essere riconosciuto tra la gente per le proprie imprese ed entrare in contatto con altri personaggi di prestigio come se fossero nostri simili? Sicuramente non c'è essere umano sulla faccia della terra che non nasca con questa aspirazione di affermarsi e diventare un modello di vita da rispettare e imitare. C'è chi però va oltre questa condizione innata e fa dei propri sogni la sua linfa vitale, proprio come il protagonista di Crave. La sua mente infatti sostituisce alla sua grigia routine delle situazioni incredibili e gratificanti senza il timore di incappare in errori e insuccessi.Questa prorompente immaginazione però non può essere costretta in uno spazio così ristretto e deve quindi trovare un qualche tipo di sfogo anche nella realtà con conseguenze il più delle volte spiacevoli. Ed è grazie a questo scontro tra fantasia e realtà che la storia prende il via e merita di essere raccontata.
Crave: voglia di rivincita
De Laurizika osa per la sua prima opera un tipo di narrazione esclusivamente in prima persona, tutta al presente e quindi senza ombra di flashback, dove la realtà viene filtrata dai pensieri, dalle illusioni e pulsioni di un "tranquillo" uomo di città. Per via di questo approccio personale, che dà ragione del rischio intrapreso, Crave diventa rara creazione con un'anima sensibile che tutti possono indossare per provare, con la stessa intensità, le emozioni vissute dal protagonista.Quest'ultimo poi ben merita l'appellativo di "sub-eroe", perchè quando tenta di realizzare le sue brame di grandezza, il suo comportamento impacciato porta sempre a risultati catastrofici, ben lontani dalle sue aspettative. E con un'impostazione del genere, il film potrebbe benissimo essere paragonato a quelli tanto in voga dei super eroi Marvel, con la differenza che qui abbiamo un Peter Parker (controparte umana di Spiderman, per i pochi che non lo sapessero) fallito sul nascere.Come ci si potrebbe aspettare, l'anti-eroe in questione non è un santone come quelli visti sui fumetti e poi su pellicola, perchè partorisce idee malvagie che danno luogo a visioni splatter di tutto rispetto, quando viene intralciato da soggetti fastidiosi e più realizzati di lui. Una differenza questa di cruciale importanza che rende l'aspirante eroe più normale e umano, prevalso da egoismi e tendenze a prevaricare sul prossimo.
Crave: voglia di rivincita
In questo meccanismo dal fascino assicurato, duole dirlo, rimangono comunque degli ingranaggi non proprio oliati a dovere: si sente la mancanza di un piccolo spazio dedicato al passato del protagonista che sarebbe tornato utile per aumentare l'empatia nello spettatore (e considerando che la durata complessiva del film si aggira quasi sulle due ore, di tempo per affrontarlo ce n'era in abbondanza). Collegato indirettamente a questa lacuna, c'è anche la poca profondità nello sviscerare dei temi portanti come quelli della solitudine e degli sforzi disumani pur di stabilire un rapporto duraturo con la persona amata.Nonostante questi difetti, Crave rappresenta una vera botta di vitalità per un pubblico sfiduciato e che abbisogna ora più che mai di prodotti appassionanti e particolari, ed è consigliato in modo particolare a chi adora gli horror ambientati in città, mini-mondo purtroppo sempre meno sfruttato nel genere. Da vedere magari in accoppiata con il remake di Maniac (ad opera di Franck Khalfoun) per raddoppiare il godimento!
Crave: voglia di rivincita
In breve:
+ Approccio narrativo affascinante e coinvolgente                              - Manca il passato del protagonista+ Visionario e sensibile                                                 - Il tempo di durata poteva essere sfruttato meglio

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