Claudia Neri di Teikna Design aggiunge il suo contributo (dopo quelli di Accattino e Hastie) alla discussione sulla creatività in Italia. Non fatevi ingannare dall'apparenza: tra le righe del noto ritornello "in Italia fa tutto schifo, andiamo all'estero", Claudia sottolinea alcuni aspetti fondamentali del nostro mestiere.
Primo fra tutti, l'ignoranza dei clienti italiani per ciò che riguarda il design, la creatività, il nostro mestiere. Proprio l'Italia, che ha dato i natali a straordinari designer del passato e del presente, che ha fatto del design "Made in Italy" una marca apprezzata e amata all'estero, è in realtà vittima di un sostanziale paradosso.
Da una parte, l'Italia è nota per il gusto estetico e l'amore per il bello (l'arte, la moda). Dall'altra, sono pochissimi i clienti italiani pronti ad investire in qualità, innovazione e risultati in termini di design.
Combattiamo una guerra tra poveri, dove l'ignoranza di tutti gli aspetti tecnici e concettuali propri del designer genera una naturale diffidenza nei nostri confronti: se non siamo famosi, allora vendiamo aria fritta. Dove il designer, che costruisce identità, brand vision, linee guida per la marca, è visto più come uno "che fa i siti", o che al massimo "fa la pubblicità". C'è confusione: chi fa cosa? E cosa è importante per la mia azienda?
Manca una leadership – culturale e professionale – che guidi il Paese verso un design intelligente, strutturato, importante e riconosciuto. Mancano i clienti coraggiosi e consapevoli, pronti ad investire davvero. Il risultato è che spesso gli stessi designer si adeguano alle prospettive al ribasso, banalizzando la propria offerta sia in termini economici che, soprattutto, di qualità: in un circolo vizioso che è destinato, purtroppo, solo a peggiorare.
(Grazie Chiari!)
Magazine Media e Comunicazione
Potrebbero interessarti anche :