Creatività e alcool

Creato il 18 marzo 2013 da Sulromanzo

Esistono guide per fare qualsiasi cosa sia verosimilmente fattibile, e anche qualcuna in più. E in questa amplissima e misteriosa categoria possiamo inserire anche The Drunken Botanist di Amy Stewart.

La Stewart è autrice di diversi best-seller dedicati agli aspetti più strani della natura, tra cui Wicked Bugs e Wicked Plants.

In The Drunken Botanist viene esplorato un mondo di grande interesse, cioè quello che raccoglie le piante, i frutti, le erbe e i funghi più svariati, sfruttati utilmente dall’uomo nel corso della storia per creare bevande alcoliche.

Il volume si pone l’obiettivo di rappresentare una guida, un po’ insolita di certo, all’arte della produzione di distillati e liquori, nonché all’“assemblaggio”, è proprio il caso di dirlo dei diversi componenti necessari per realizzare un cocktail.

Si va dal rum infuso con polvere da sparo alla birra di banane, dal vino fatto con la pastinaca al Maotai cinese, i cui ingredienti principali sono il frumento e il sorgo. Del resto, il mondo degli alcolici è sterminato, e non poche sono le articolazioni interne, a seconda dei metodi di produzione, degli ingredienti utilizzati, delle provenienze geografiche.

Crediamo sia questo il modo migliore di leggere un libro come The Drunken Botanist: come una simpatica, e utile, (perché no) guida a questo straordinario mondo.

La cosa più importante di tutte è, però, che con alcolici e superalcolici si stabilisca il rapporto che essi meritano, e che anche noi meritiamo: trattarli, e trattarsi, cioè, con rispetto e responsabilità.

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