Magazine Diario personale
Scrivendo delle personali riflessioni su un blog che diventa alla fine una sorta di diario di bordo del viaggio chiamato vita, capita di affezionarsi di più ad alcuni degli articoli che si scrivono.Oggi, tornando, dopo un lungo periodo di assenza, su questo blog che volli chiamare "Migliora te stesso" quasi a volermi dare una missione nel percorso di crescita, un percorso che si rinnova ogni giorno, confrontandosi con le esperienze che la vita ci riserva, ho riletto "la fatica di portare un peso" che ritengo essere uno degli articoli più belli e profondi che sono all'interno di questo blog.Lo scrissi nel febbraio 2014, in uno di quei periodi della vita in cui le forze esterne sembrano vincere su ogni possibile forma di resistenza.Un periodo, in cui, soprattutto professionalmente, stavo vivendo un momento di estrema difficoltà e frustrazione, dovuto alla situazione che si era venuta a creare nell'ambito lavorativo, situazione che stava mettendo a dura prova tutto l'entusiasmo, la passione con il quale ho sempre gestito gli alti e bassi della mia professione di agente di viaggi che più di una professione è diventata ormai una ragione di vita, per gli anni che ho dedicato ad essa.Sono quei periodi in cui molte delle domande che ci poniamo restano lì senza una risposta valida e ti mettono in uno stato di continua ansia e di assillante preoccupazione, facendoti perdere il giusto orientamento.Molti maestri spirituali affermano che quando la sofferenza arriva non la si deve contrastare ma la si deve vivere perché poi dalla sofferenza si esce più forti di prima.Per arrivare a queste forme di accettazione ci vuole sicuramente una grande forza e questa forza è una spinta che il più delle volte arriva da dentro di noi, se si ha il coraggio di entrare in quel mondo oscuro ma nello stesso tempo magico che è il nostro mondo interiore.Un mondo che quando lo vai ad esplorare, aiutandoti con la meditazione, con il rilassamento, con le tecniche di visualizzazione, ti rivela parti di te che sono lì nascoste in qualche angolo e non sempre è un piacere incontrarle.Eppure da quel mondo interiore si possono invece trovare quelle spinte che ti aiutano a ritrovare la strada che pensavi di aver perduto ed è come entrare di nuovo in un ascensore che ti riporterà verso l'alto ed in ogni piano in cui l'ascensore si fermerà entreranno le persone che sono state sempre lì e sono quelle persone che ci saranno sempre, entreranno le persone che incontrerai lungo la tua strada e si ricorderanno di te perché gli hai dato tanto e ti dicono grazie di averti conosciuto, entreranno i tuoi ricordi, le tue esperienze, i momenti belli che hai vissuto, i luoghi che hai visitato, le tante mani che hai stretto, le persone che hai abbracciato.Certo l'ascensore non potrà andare oltre ma tra lo stare in un umido scantinato ed arrivare in una terrazza bella e assolata, da cui poter vedere lo spettacolo dell'alba, sinonimo di quel miracolo che si rinnova ogni giorno, io preferisco stare sulla terrazza.