Via Sardegna 3
64018 Tortoreto Lido (TE)
Arianna Piazza torna ad esporre presso Piziarte rappresentando, nelle sue opere, figure che
prendono origine, dall'osservazione dell'invisibile mondo unicellulare, da
batteri, virus…
Con forza e passione, accetta la sfida di "dar vita alla vita".
E' il mondo della scienza che nutre l'incontenibile
curiosità di Arianna che fa, dell'ingrandimento microscopico degli esseri
invisibili, i protagonisti delle sue tele.
Arianna , esprime l'abbraccio
tra realtà e fantasia: fiori che danzano con un esercito di magici
esserini, gommosi e rimbalzanti, adagiati su un fondo piatto dal quale
sembrano spiccare il volo per divenire "appendice" dello spettatore
stesso. Figure morbide, fluttuanti, non di rado tondeggianti, sembrano
nascere dalla metamorfosi del cerchio che si stira, si allunga, si
accorcia...per dar vita a nuove "forme di vita". Lo spettatore, all'inizio
diffidente e confuso, scopre lentamente, il tentativo dell'artista di
rappresentare tutte le incongruenze di questo mondo con figure che
scompongono "l'illusione " per scoprirne il gioco, attraverso elementi
opposti e non di rado ripugnanti.
Arianna Piazza vuole svelare gli "autoinganni"
dell'esistenza, lasciando libera " la forma anarchica delle pulsioni
vitali", che spesso cristallizza e paralizza la vita stessa. Esprime il
sentimento del "contrario" attraverso una narrazione retrospettiva che
"inizia a vicenda conclusa" ed in cui l'inizio coincide con la fine:
"..nonna, nonna, sono scappate le meduse".
L'artista tenta, nelle sue opere, di far emergere una condizione acronica,
di estraneità rispetto all'esistenza, in un tempo "fermo",ma in uno
spazio in continua evoluzione. Essenzialità ed immediatezza,
caratterizzano lo stile di Arianna,mentre le cromie , diventano suono ed
armonia, modulate da ritmi musicali che si concretizzano nella visione di
forme nuove ed accattivanti. Un'espressione pittorica che nasce dal
colore,dalla ricerca continua della forma e che esprime nello stesso
tempo, la "necessità" di un disegno preparatorio, attraverso un modulo
artistico narrativo . Intrisa nell'assenza di gravità, l'autrice frammenta tutte
le nostre certezze e ,mentre lo spettatore cerca di identificare quella nuova
realtà che i suoi occhi catturano stupiti, scopre che " nessuna verità esiste
veramente" ed assopito, si lascia andare a quella "sorveglianza critica" che lo scuote e
gli fa dire:"... e se nemmeno io esistessi?...e se questo mondo in cui mi
rappresento non fosse...realmente ..reale??"
Carla Petrella