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Creed - Nato per Combattere

Creato il 22 gennaio 2016 da In Central Perk @InCentralPerk
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Ne sono stupita tanto io quanto voi, quindi lo dico subito, senza troppi giri di parole: Creed mi è piaciuto.
Meglio, mi è piaciuto un sacco.
Ma davvero tanto!
Ma come, direte voi -e dico io- storci il naso per Revenant, lo promuovi ma in realtà lo bocci e di certo non lo esalti perchè la trama, il suo sviluppo, la sua sceneggiatura non ti hanno convinto alla faccia delle grandi prove di DiCaprio e Iñárritu, e ora sei qui a parlare entusiasticamente di un film con Sylvester Stallone spin-off o sequel della saga di Rocky?
Che è successo, bloggerianamente parlando sono passata dal radicalchicchismo del Cannibale al pane e salame di Mr. Ford?
Ebbene sì.
Almeno per questa volta.
Perchè diamo a Cesare quel che è di Cesare, anzi, diamo a Sly quel che è di Sly: in Creed ha saputo emozionarmi, ha saputo commuovermi perfino (e in più punti), ha saputo esaltarmi e farmi appassionare, non solo all'incontro finale, quello a cui tutto o non tutto ruota attorno, ma anche e soprattutto alla vicenda di per sé.
Lacrime asciugate e pronte a tornar fuori, pugni stretti, occhi che si chiudono per i colpi, per il sangue, interrogare il giovine per capire se il colpo è andato a segno, se davvero si è K.O....
Creed - Nato per Combattere
Ma andiamo con ordine, partiamo dicendo che la sottoscritta ha gran vaghi ricordi del primo Rocky e dei successivi 5 capitoli ancora meno. Ricordi dati da visioni televisive sul divano di casa, lasciando poi quel divano all'euforia di un padre o degli avventori del bar di famiglia di certo più appassionati, ricordi di un inizio visto di sfuggita e poi prontamente cambiato nell'appartamento di oggi, alla ricerca o con l'agenda già piena di nuove visioni.
Però... però la leggenda di Rocky volente o nolente l'ho assimilata, il suo urlo disperato verso Adriana, quella tartaruga che viaggiava su una scatola, la bravura di Apollo Creed... ricordi vaghi, si diceva, ma cementati nella memoria.
Che li si abbia o meno, Creed si regge lo stesso, si regge perchè come già il nuovo episodio di Star Wars gioca la carta della nostalgia verso chi alla saga è affezionato, ma racconta anche qualcosa di nuovo per i nuovi spettatori, non lasciandoli indietro, ma accompagnandoli(ci) a capire che certi nomi, certi oggetti, certe stanze hanno e hanno avuto il loro peso.
Quello che si racconta è però una nuova storia, e non è quella dell'immigrato che si barcamena tra lavori e lavoretti cercando nella boxe la sua rinascita, o la sua nascita, è quella di un giovane ricco (cresciuto nientemeno che dall'ex signora Robinson), che dalla strada però viene, che cerca nella boxe un'identità, molla le comodità, si fa un mazzo così affidandosi a chi quel padre che mai ha conosciuto lo ha invece conosciuto bene, e lo fa perchè in ogni pugno c'è la rabbia e la speranza di non essere un errore.
Creed - Nato per Combattere
In questo, mi si potrà dire, non c'è davvero nulla di nuovo, perchè al di là delle origine non certo basse di Adonis, la strada verso il finale è quella in salita fatta di allenamenti frustranti che a poco a poco danno i loro frutti, attorniata da un rapporto teso ma profondo con l'allenatore d'eccezione Rocky Balboa che solo per lui torna in palestra, e la nascita di un amore nuovo con la vicina di casa musicista.
Niente di nuovo, vero, ma è come tutto questo si racconta, con quali parole a fare la differenza.
A differenza, per esempio, di Southpaw, dove non mancavano questi cliché, sono dialoghi scarni, parole pesanti e significative a impreziosire il tutto, pure il finale.
Sono parole, sguardi, che arrivano, e che non possono che commuovere quando si vede la gloria arrivare, la gloria retrocedere, l'amore nascere.
Tutto ben calibrato, tutto ben orchestrato, anche grazie a una colonna sonora che mescola nuovo e vecchio, a rendere onore al regista Ryan Coogler che già si era fatto apprezzare con l'intenso Fruitvale Station da cui si è portato dietro il bravo Michael B. Jordan, vero protagonista, i cui muscoli lievitano a vista d'occhio.
Ma è ovviamente lui, Sylvester Stallone, a rubargli la scena.
Gli anni sono passati, la mascella si è fatta cadente e gli interventi non aiutano di certo, ma c'è sincerità, nella sua voce, nei suoi gesti, nel ritrovarsi ancora una volta nei panni di quel suo amico immaginario che tanto gli ha dato. Sono ovviamente suoi i momenti più toccanti e intensi di una pellicola che anche quando rischia, non scade nel buonismo, nell'opportunismo, mantenendosi in perfetto equilibrio tra nostalgia e rinascita.
Si arriva ad un finale carico di epicità, che regala quanto sperato a tutti i fan della prima e dell'ultim'ora: uno scontro che dimostra la passione, l'amore e i duri colpi di uno sport, della vita, che si segue tra il pubblico, urlante, si segue appena al di fuori di quel ring, speranzosi, si segue dal divano di casa, pieni di paura e di orgoglio.
E finisce che Creed stende al tappeto, che esalta anche chi era convinto di vedere tutto questo per dovere, più che per convinzione.
E non può che essere la migliore delle sorprese.
Creed - Nato per Combattere
Regia Ryan CooglerSceneggiatura Ryan Coogler, Aaron CovingtonMusiche Ludwig GöranssonCast Sylvester Stallone, Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Phylicia RashadIl TrailerSe ti è piaciuto guarda ancheGli altri Rocky, Southpaw, la serie Kingdom

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