Lascia perplessi, per alcuni passaggi, l’intervento del sindaco di Crema Stefania Bonaldi. La lettera sembra scritta da più persone e si nota un accento forzato sull’essere donna del sindaco. Una lunga giustificazione delle dimissioni di Alex Corlazzoli, un discorso troppo dettagliato che sbandiera la maggioranza femminile della giunta, che presenta la nomina di Paola Vailati addirittura come omaggio a tutte le donne di Crema e nel contempo come atto giustificato dalle qualità del nuovo assessore alla cultura e alle politiche giovanili.
Perché tanta enfasi sul ruolo delle donne? La giunta amministra, prende decisioni, la maggioranza non si spezza, non resta che iniziare. Sparisce Alex Corlazzoli in una nuvola rosa che lo cancella, ma c’è anche un altro volto maschile amareggiato: Emanuele Coti Zelati, il consigliere di SEL. Anna Rozza, donna anche lei ma non voluta in giunta. Allora c’è un limite d’età o bisogna essere esordienti?
Qualcosa non convince: non tutti hanno capito il “metodo” della Bonaldi. La giunta oltretutto è stata nominata dopo un incontro col segretario regionale Martina, altro giovane, e con il benestare pure del segretario provinciale Titta Magnoli, innovatore non rottamatore. Il partito decide, candida, dà il consenso, esercita un ruolo forte, assai maschile.
Bello rinnovare, ma il partito c’è, è forte, mai così forte, è maschile, molto maschile. Che ci sia una regia, anche se non proprio così rosa e così bonaldiana, è comunque un bene. Un Comune con una regia pensante, di questi tempi, è davvero raro.
p.z.
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