Era bastato aver lasciato aperto il gas e imbottire le vittime di dozzine e dozzine di tranquillanti per far arrivare la morte, lenta e gelida attorno alla vita dipinta con la depressione, la disperazione o le difficoltà di una quarantunenne single ma con una bambina di soli due anni.
Lo scorso 21 luglio era stato il papà di Claudia, Gianstefano, dopo aver telefonato più volte a casa della figlia senza ricevere risposta, a trovarle sul letto senza vita.
Il caso venne archiviato come un “omicidio-suicidio” con un totale di tranquillanti ingoiati pari a 95 xanax a cui si aggiungeva il gas dei i quattro fornelli da campeggio con le valvole aperte e le relative cartucce di gas butano.
Questo era stato il mix letale presentato come giustificazione di una morte impossibile da accettare a Gianstefano Ornesi, padre e nonno delle vittime. Una dimostrazione dei fatti a cui l’uomo non ha mai creduto. Così, insieme alla moglie, ha sollecitato gli inquirenti ad approfondire le indagini sul caso e, grazie a lui, oggi la morte di Claudia e della piccola Lidia, si spiega più con un duplice omicidio premeditato.
Il mostro di questa triste vicenda pare essere, invece, Maurizio Iori, padre della piccola Lidia, amante della donna e primario di Oculistica dell’Ospedale Maggiore di Crema.
L’uomo aveva da poco riconosciuto quella figlia illegittima avuta fuori dal matrimonio ma questo atto non era servito a migliorare i rapporti con l’ex amante, Claudia, dopo la loro rottura, anzi.
Secondo la Procura e la Squadra mobile di Cremona, Iori avrebbe premeditato il duplice delitto perché da tempo non riusciva più a reggere la pressione dall’ex compagna.
Claudia, infatti, «chiedeva per la bambina un maggiore riconoscimento di tipo sociale – hanno detto gli inquirenti durante la conferenza stampa in Procura a Crema – Iori aveva altre figlie da precedenti relazioni e sembra che quella più trascurata fosse proprio Livia»
Sono state le intercettazioni e i vari interrogatori a far venire a galla un’altra verità ovvero: a sedare ed avvelenare madre e figlia potrebbe essere stato proprio Maurizio Iorio.
Incerte e incoerenti, infatti, sono sempre apparse le sue testimonianze. Confuso e contraddittorio rispetto al dove e cosa avesse fatto la sera del delitto, oggi per Iorio si sono aperte, con maggiore certezza, le porte della galera.«C’erano parecchi elementi che ci avevano insospettito subito in quel caso di omicidio-suicidio – ha detto il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crema, Daniela Borgonovo – ma il più rilevante era stato non trovare la donna abbracciata alla sua bimba».
Prelevato nella sua abitazione, dove vive con una donna sposata di recente e la loro bambina, senza dire una parola e con la massima freddezza è stato tradotto prima in commissariato e poi trasportato al carcere di Cremona.
Oggi i genitori e sorella di Claudia, Paola Ornesi, dicono «Lo abbiamo sempre saputo che Claudia non si è suicidata e non ha ucciso sua figlia Livia. Era impensabile –ha aggiunto la sorella- che, così amante della vita e teneramente legata a Livia da un amore incommensurabile, potesse commettere un atto del genere, era ingiusto anche solo pensarlo»
Marina Angelo