La moschea di Crema si farà: nel consiglio comunale di stasera il sindaco Stefania Bonaldi ha affermato con un discorso emozionato il diritto di costruire una sala di preghiera, già previsto dagli atti della precedente amministrazione Bruttomesso, che aveva individuato come da legge regionale le località dove poter costruire tre luoghi di culto. Per l'opposizione questa scelta è arbitraria e non è legittimata dal voto perché decisa dopo le elezioni con il sostegno di extracomunitari che non possono votare se non alle primarie del centrosinistra. La maggioranza di centrosinistra non arretra per niente. La convenzione tra comunità musulmana e Comune sarà severa: imam rintracciabili, predicazione in italiano e testi delle predicazioni disponibili, massima trasparenza e collaborazione con i cittadini che segnalano criticità. La sala di preghiera ovvero moschea si farà in via Milano: sarà ceduta dal Comune agli islamici che avranno diritto di superficie e pagheranno un canone al Comune, che con i soldi pubblici nulla costruirà.
Il sindaco Stefania Bonaldi ha dichiarato che il diritto di pregare "non può dipendere da una vittoria o da una sconfitta: è un diritto costituzionale e il Comune vuole renderlo effettivo rispettando le regole. Due mesi dopo il mio insediamento - ha continuato il sindaco - il responsabile della comunità islamica è venuto nel mio ufficio per chiedere di comprare o affittare una nuova sala di preghiera da 200 metri quadrati, poiché quella esistente, cioè un appartamento in via Mazzini, non basta più".
E' questo passaggio che l'opposizione non accetta: l'esistenza di un accordo tra il sindaco e il responsabile della comunità islamica, che era candidato nella lista del Pd alle elezioni comunali, come ha sottolineato l'opposizione. L'accordo c'era "quando invece in campagna elettorale mai il centrosinistra ha avvisato i cittadini dell'intento di costruire una moschea", come ha dichiarato nell'intervento successivo Antonio Agazzi di Forza Italia. Da una parte il centrosinistra afferma diritti già riconosciuti da tutte le normative: la moschea si fa perché è lecito costruirla, non c'è alcuna eccezione a Crema, dall'altra il centrodestra sostiene che nel caso della costruzione di una moschea, tanto più dopo la strage di Parigi, è necessario un mandato popolare oltre all'applicazione di regole severe per assicurare la sicurezza. Il sindaco Bonaldi ha spiegato di aver seguito le leggi esistenti, precisamente la legge regionale 12 del 2006, che prevede che si indichino nel Piano di governo del territorio aree di culto, che non sono destinate a servizi, bensì esclusivamente riservate alle religioni. L'appartamento di via Mazzini è dal 2006 illegale, andava sanata quella situazione: Bonaldi aggiunge che il Comune procede secondo le disposizioni già approvate dall'amministrazione precedente guidata dal sindaco Bruttomesso (centrodestra). Continuità amministrativa, dunque, senza alcuna eccezionalità legata al peculiare momento storico, fra Isis, terrorismo e alimentatori di paure, contestati duramente dal centrosinistra cremasco.
I musulmani di Crema pregano da 15 anni in un condominio di via Mazzini e in passato hanno ricevuto luoghi pubblici dalle amministrazioni Ceravolo e Bruttomesso, come ha ricordato Bonaldi, senza che nessuno protestasse. "Chi ha approvato le scelte dell'amministrazione Bruttomesso è tra coloro che oggi gridano" ha detto Stefania Bonaldi, che ha evocato "luoghi dove si smarrisce la ragione" ha dichiarato di aver ricevuto "lettere anonime e minacce provenienti dalle sentine dell'umanità".
L'amministazione Bruttomesso aveva individuato tre aree di culto nel Pgt del 2011, oltre alle chiese cattoliche esistenti: l'area vicino a via Bramante, quella accanto al seminario vescovile di Vergonzana e quella di Ombriano, vicino alla sala del regno dei Testimoni di Geova. Niente da fare in via Bramante: il privato non ha venduto il terreno. Vicino alle case di Ombriano neppure s'è potuto parlare di una moschea. Dunque Comune e comunità islamica hanno scelto un'area lontana dall'abitato, in via Milano, in un ex campo di motocross.
Il consigliere di Forza Italia Antonio Agazzi ha ribadito invece che due mesi dopo l'archiviazione della campagna elettorale appariva già all'ordine del giorno della commissione urbanistica, dalla seconda riunione, l'argomento "centro culturale arabo". Poi è stata usata la definizione "Musalla, che nemmeno è appropriata".
Il consiglio comunale era aperto, con interventi dei cittadini.