Cremona affonda tra cene di beneficenza per le chiese e non per i terremotati

Creato il 14 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Mentre ci sono ancora terremotati che vivono nelle tende, a Cremona si pensa esclusivamente, da parte di

Ancora un centinaio di famiglie vivono così, ma che importa? Altri soldi da Cremona alle chiese

individui che brillano per umana sensibilità, come le autorità presidente della Provincia, vescovo, prefetto, sindaco di Cremona, i soliti insomma della corte dei miracoli, a riparare il duomo di Casalmaggiore e quello di Carpi (Modena), città emiliana colpita dal terremoto, con tendopoli autogestite nelle frazioni, dove la Protezione civile non arriva, e persone per tanto tempo hanno dormito in auto.

Quel che conta naturalmente è sostenere la Chiesa. Ci sono le elezioni e il politichese è sempre quello. Moderazione e cattolicità, viva le imprese anche se evadono un po’, crepi la Fiom, viva noi. Chi meglio garantisce voti sicuri? La Chiesa. Chi più d’ogni altro influisce sulle coscienze dei liberi elettori? La Chiesa.

Cena a Villa Zaccaria a Bordolano in settembre e congrui 75mila euro incassati pro domo loro. Quanto mai sarà costata l’ultima di una serie infinita di cene del genere? Che avranno mangiato? Che sapore ha la coscienza? Tutti sono felici tranne i terremotati che vivono in tenda. Ancora un centinaio di famiglie sono in quelle condizioni, ma che importa? Non votano qui.

Dobbiamo pensarla così? C’è qualcosa che ce lo impedisce?

Antonio Leoni da tempo non tratta più alcuni temi brillanti, come la situazione del gruppo Arvedi, se non per dar notizia di premi ambientali. Lo stesso Leoni viene considerato insistentemente nuovo direttore di Mondo Acciaio, o meglio Mondo Padano, il settimanale che l’industriale sta per riportare in edicola. E così anche i Leoni d’acciaio si sono evoluti.