Fin dalle elementari ci hanno insegnato che gli ulivi crescono bene in un clima mediterraneo, mite tutto l’anno, insomma. Al massimo sulle rive dei laghi, dove le temperature sono ammorbidite dal calore dell’acqua. Non ci sono davvero più le mezze stagioni, se i produttori di olio extravergine piemontese sono in aumento? Non solo nel Biellese, ma anche nel Monferrato, astigiano, canavese e in provincia di Cuneo. Esiste pure un’associazione, l’ASSPO (Associazione Piemontese Olivicoltori), che li unisce. Tra i fondatori ci sono agricoltori della provincia di Alessandria: Anita Casamento di Olivola, Giancarlo Durando di Altavilla Monferrato. Ma anche a Vignale e dintorni, crescono olivi secolari ed aumenta la produzione di olio, dal momento che fin dal 2004, presso l’Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura e l’Ambiente “V. Luparia” di San Martino di Rosignano, esiste un frantoio sperimentale.
Equilibrato, con un buon sentore di fruttato, alcune note di amaro e un gusto leggermente piccante. Queste sono in media e in sintesi le caratteristiche dell’olio extravergine piemontese che nel 2011 ha raggiunto elevati standard qualitativi, evocando sensazioni di rotondità e di freschezza. Ne hanno parlato a Moncalvo (Asti), durante l’ultima riunione, in cui
Senza mezzi termini c’è chi parla di annata particolarmente “spettacolare”, dato che certamente farà propendere per il sì all’uliveto nella regione piemontese anche i tanti agricoltori professionisti e non alla ricerca di produzioni di nicchia e di estrema qualità.