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Crescendo con un pallone tra i piedi

Creato il 10 giugno 2012 da Andcontr @andcontr

È una serata estiva come le altre. Al campetto Luca ci va di solito con i suoi amici ma oggi è in anticipo e inizia a riscaldarsi. Gli altri arriveranno tra un oretta, lui è riuscito a uscire prima perché non aveva compiti, intanto meglio prepararsi alla partita. Così, palla al piede, inizia a correre avanti e indietro, destra, sinistra, controllo, si sposta la palla sul destro, tiro…. GOL! Esulta e corre a recuperare la palla in fondo alla rete e ricomincia. Una, due, venti volte corre e dribbla imitando quei calciatori che per lui son miti viventi. E segna! Quanti gol fa Luca in 10 minuti scarsi e ad ognuno sembra esser sempre più consapevole della sua bravura. Intanto il tempo passa, iniziano ad arrivare anche i suoi amici. Uno a uno, tutti con magliette diverse si riuniscono e anche loro si lanciano in quella che sembra una danza di altri tempi. Si vedono tante maglie bianconere (sarà lo scudetto vinto ma non si dimentica che l’idolo è quel numero 10), qualche rossonera, un paio granata e infine una giallorossa. Proprio così, una maglia giallorossa con in 10 stampato sopra e un nome ad indicarne il talento: TOTTI.

È giunto il momento topico: la scelta delle squadre. I bambini si guardano in faccia cercando di decidere più o meno chi contro cosa, perché far forti contro scarsi non è mai stato divertente…tanti gol ma alla fine non si diverte nessuno. Allora ecco che vengono designati i due numeri uno, i difensori, un paio di centrocampisti e infine la punta. Un sei contro sei senza esclusione di colpi. E allora… partiti!

Le azioni si susseguono senza sosta. Cross, filtranti, stop ad inseguire, punizioni. Tutti corrono in cerca di quella sfera che se messa oltre la linea di porta fa di te un eroe di giornata.

La cronaca della partita è estenuante, anche se il caldo si fa sentire Luca e i suoi sono in vantaggio per due gol a uno e sembra che oggi non ce ne sia per gli avversari. Luca corre, dribbla, calcia, proprio come aveva provato prima della partita. Si muove tra le linee, senza conceder fiato ai due poveri difensori che non san proprio più che pesci pigliare. Intanto iniziano ad arrivare le prime mamme. Sono le sei e dopo un ora di gioco indicano il recupero: “Dai mamma, ancora 5 minuti!” si sente urlare dal campetto. E allora le mamme si siedono e continuano la solita chiacchierata del sabato pomeriggio, anche se da buoni arbitri tengon d’occhio i minuti di recupero.

Intanto sul campo si sta assistendo all’impossibile. Il risultato è stato portato sul pari grazie ad un gran gol di Paolo, un tiro da metà campo che ha ingannato il non prontissimo Marco.

La fatica si fa sentire, le due squadre ormai sono stanche morte. Ormai le gambe vanno da sole, i passaggi son tutt’altro che precisi. Luca cerca di dare una mano alla squadra ma niente da fare, il gol della vittoria non arriva.

Le mamme arrivano tutte e iniziano a chiamare i proprio figli che ormai son distratti e non riescono a concludere più nulla. Ma ecco l’episodio che cambia la gara: Filippo si invola sulla sinistra, cross al centro, Luca stoppa di petto e…. SBAM! Viene atterrato da dietro da Paolo, che era saltato troppo alto ed era inevitabilmente finito addosso al poveretto. Tutti corrono vicino ai due inneggiando al rigore, Paolo si alza e guarda Luca dicendo di esser scivolato. Mattia inizia a surriscaldarsi e inneggia ai “bianconeri ladroni” e al fatto che vogliano sempre vincere. Paolo si gira e risponde per le rime accusando i rossoneri di comprare le partite. Discussioni di ordinaria realtà. Intanto Luca si è alzato, un po’ zoppicante ma si è rialzato. Prende la palla e va da Paolo: “palla vostra”. Tutti i compagni di Luca rimangono basiti. Paolo guarda il suo amichetto, sorride, e prende la palla. <b></b>”Ragazzi si deve andare! Sennò facciamo tardi a cena” L’extra time è finito, le mamme han finito tutti gli argomenti utili, e di solito ne hanno una scorta infinita, e reclamano i propri campioni per andare a cena. Allora Paolo guarda Luca e fa un gesto che può esser scontato, ma non lo è di certo per un bambino: gli stringe la mano. “Bravo Luca, bella partita”. Tutti i ragazzi allora iniziano a salutarsi e si danno appuntamento al giorno dopo, “dobbiamo fare assolutamente il ritorno!” urlerà Luca a Paolo mentre si allontana con la sua Atala rosso fuoco.

Storia di ordinaria follia. I bambini a volte riescono ad insegnare molto più di quanto si possa pensare a noi grandi. La scena è realmente&nbsp;accaduta in un campo di periferia ma il significato è grande quanto un intera nazione. Mentre il calcio nostrano fa a botte per scommesse e soldi, i piccoli campioni continuano a crescere nei campetti, con un fair play che potrebbe far invidia a molti “grandi”.



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