Un paio di eventi fra ieri e oggi mi hanno fatto riflettere sul fatto che probabilmente sto maturando nel mio ruolo di genitore.
Ieri. Arrivo all'asilo per prendere Sofia. Lei mi vede, sorride e parte di corsa. Davanti a lei c'era un pallone. Nella foga del venire a salutarmi ci ha messo sopra il piede ed è finita orizzontale sbattendo tutto lo sbattibile (testa compresa).
Oggi. Messaggio da Anette. Andando a danza in bici Eleonora nel fare una salita ha cercato di copiare i grandi scalatori alzandosi sui pedali, solo che il risultato è stata una rovinosa caduta con sbucciature sanguinanti su ginocchia e fianchi e manica della giacca distrutta.
In entrambi i casi la mia reazione è stata empatica, premurosa, calma. Niente arrabbiature del tipo "Ma non puoi stare attenta?", che altro non sono che valvole di sfogo per gestire lo spavento. Con Sofia l'ho subito abbracciata, consolata, verificato che tutto fosse andato bene e poi ho sdrammatizzato facendola ridere. Con Eleonora l'ho chiamata per consolarla e le ho chiesto cosa volesse per cena, e nonostante l'idea di ridurre il consumo di cose dolci l'ho accontantata alla richiesta di farle le cialde con la marmellata.
Lo ammetto, non è sempre stato così. Altre volte ho lasciato che il mio spavento prendesse il sopravvento. Da un po' non è più così. e la cosa mi fa proprio contento.
Anche noi genitori cresciamo.