L’Italia trabocca arte, molti sono i musei con opere di richiamo e tanti sono i palazzi-museo, disseminati da nord a sud, che attirano turisti e persone affascinate dalla nostra storia. Le fondazioni e collezioni private non si contano, alcune sono famosissime, altre sono ugualmente preziose ma più riservate, meno sotto i riflettori. Può, quindi, capitare di attraversare il chiostro di un edificio rinomato e imbattersi in una galleria che sino a ieri era sfuggita alla nostra attenzione. Perché nel Bel Paese l’arte è pronta a sorprenderci in ogni dove.
Oggi parliamo di una collezione importante, che comprende oggetti di design, arredi e corredi, dipinti, libri, sculture e molti altri pezzi raccolti negli anni da un istituto bancario, il Credito Valtellinese, ospitata sino al 27 febbraio 2016 alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese, nel cuore di Milano.
Per oltre un secolo, quella che è nata come una piccola banca della Valtellina, spinta dalla voglia di innovazione e di impegnarsi nella cultura, ha accolto nei suoi ambienti, corridoi e uffici, un numero impressionante di opere. E con il medesimo spirito, una volta divenuta grande, ha voluto mettere a disposizione della popolazione tanta bellezza e avanguardia. Nell’anno di Expo, il Gruppo ha deciso di portare nella magnifica cornice di Palazzo delle Stelline, in corso Magenta, in quello che una volta era il refettorio delle orfanelle, nella propria galleria, alcuni lavori di autori Italiani (e non) come i pittori Emilio Vedova e William Congdom, Roberto Crippa, il poliedrico Max Ernst, lo scultore di fama internazionale Arnaldo Pomodoro, Arturo Martini e Giuseppe Terragni, Daniel Spoerri e persino Andy Warhol, solo per citarne alcuni.
“Il Lazzaretto” di Emilio Vedova – Photo: courtesy of ufficio stampa
L’impressione entrando nell’immensa sala è di fare un tuffo all’indietro, di tornare nel 1900 e di poterlo ripercorrere, passo dopo passo, decade dopo decade, per mezzo delle diverse correnti culturali e artistiche che lo hanno contraddistinto. Molte sono state le novità di quel tempo, soprattutto nel campo delle arti visive, e grazie all’allestimento scenografico è impossibile perdersi, l’occhio è guidato attraverso la miriade di dettagli, disseminati nelle varie isole che accolgono pezzi nati in un’epoca che va dal 1920 ai giorni nostri. Si possono ammirare scrivanie con riviste, cartelline, fermacarte, calcolatrici e lampade di design originali. Gli scaffali sono impreziositi da volumi, di noti incisori e illustratori, mantenuti verticali da rari fermalibri o piccole sculture che paiono chiamarci, e che solo l’allarme ci impedisce di accarezzare. Mentre alle pareti è un susseguirsi di luci, poster e tele di artisti di un passato più o meno recente. L’esposizione include anche la proiezione di un interessante video, un filmato che stimola future esplorazioni, con un narratore inatteso il cui nome lascio scoprire a voi.
Il percorso non è lunghissimo e, nonostante il numero di oggetti presenti, è colorato, divertente, curioso, moderno ed educativo. È una di quelle parentesi culturali consigliate a tutti, famiglie comprese, ed è pure gratis, perché “l’arte è ovunque, è intorno a noi”, è la nostra vita.
Informazioni, dettagli sugli orari e aggiornamenti sono disponibili sul sito www.creval.it
Vissia Menza
“The Last Supper” di Andy Warhol – Photo: courtesy of ufficio stampa