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Crimini di guerra: l'assoluzione definitiva degli ex generali croati ante gotovina e mladen markač

Creato il 22 novembre 2012 da Pasudest
CRIMINI DI GUERRA: L'ASSOLUZIONE DEFINITIVA DEGLI EX GENERALI CROATI ANTE GOTOVINA E MLADEN MARKAČDi Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale
Venerdi' 16 novembre 2012 sara' segnato come una giornata in cui la Croazia e' nuovamente rinata dopo la guerra, finalmente liberata dopo un passato di sanguinosa guerra di occupazione in cui la distruzione e le vittime si sentono anche nei giorni odierni. Ante Gotovina e Mladen Markač, i generali ed eroi croati, da venerdi' sono uomini liberi, assolti dal Tribunaledell'Aja che giudica i crimini di guerra in ex Jugoslavia, assolti dagli atti di imputazione che li avevano condannati in primo grado, Gotovina a 24 e Markač a 18 anni di carcere. Dal momento dell'arresto, la vita dei due generali si e' trasformata in sette lunghi anni di detenzione nella prigione internazionale di Scheveningen. Venerdi' pero', è arrivata la sentenza definitiva con la quale sono state rigettate le accuse secondo le quali i due generali croati avrebbero partecipato nell'impresa criminale congiunta nonche' nel bombardamento eccessivo di Knin, Gračac, Obrovac e Benkovac.
"Ha vinto la giustizia. Oggi la sentenza ha confermato che la Croazia ha condotto una guerra di difesa, di liberazione dei nostri territori. Oggi abbiamo visto quanto la nostra gente ama la loro patria. Siamo qui per ringraziarvi, siete stati combattenti nella guerra ma anche vittime nella pace. Avete portato il peso di errori altrui" ha detto il presidente della Croazia Ivo Josipović venerdi' scorso salutando nel suo Ufficio Gotovina e Markač al loro rientro in Croazia. "Per me questa e' una giornata felice, dopo cosi' tanti anni, dopo una maratona incerta e molti ostacoli di cui io non ho capito il perche'...la Guerra per la patria e' finita nel 1995 ma la sua vera fine e' soltanto oggi. " ha detto Ante Gotovina e ha aggiunto che "questo e' il punto sulla 'i', la guerra appartiene alla storia, voltiamoci verso il futuro. Il futuro e' nelle nostre mani". "All'inizio della guerra sapevo poco di guerra ma quando siamo finiti all'Aja il mio orgoglio e' crollato con l'atto di accusa di essere membro di una impresa criminale. Pensavo di morire in caso di una tale sentenza" ha detto Mladen Markač.
La lettura della sentenza alla Corte d'Appello del Tribunale internazionale
La sentenza di liberazione dei tre generali croati, prima Čermak, poi Gotovina e Markač, scrive il quotidiano di Zagabria 'Jutarnji list' e' il piu' grande colpo al Tribunale dell'Aja dopo la morte di Slobodan Milošević. Milošević ha passato cinque anni in carcere ed e' morto senza sentenza, proprio a causa della megalomania di Carla Del Ponte la quale non si era accontentata di un solo atto di accusa ma ha voluto che il leader serbo sia processato per tutti i crimini, dal 1991 in Croazia, attraverso la Bosnia fino al Kosovo. Piuttosto che concentrarsi su crimini concreti e giustizia per le vittime, prosegue 'Jutarnji list', nel caso dei generali croati, per la Procura dell'Aja era piu' importante cucire l'atto di accusa che includerebbe praticamente tutti gli allora vertici politici e militari della Croazia degli anni novanta. L'esito era che nel nuovo atto di accusa contro Gotovina del 2004 Del Ponte ha introdotto il termine 'dell'impresa criminale congiunta'. 
Questa forma di responsabilita' ha aiutato la Procura di accusare anche le persone che non avevano partecipato direttamente nei crimini come nemmeno i loro sottoposti. Tuttavia, non ci sono state le prove per confermare che in vista dell'operazione Tempesta si pianificavano uccisioni, saccheggi, incendi ed altri crimini. Gotovina, Čermak e Markač sono stati accusati quindi come partecipanti nell'impresa criminale il cui obiettivo e' stato quello di cacciare via la popolazione serba dalla Croazia. Infine, la Procura e' tornata pero' sulla tesi iniziale: la popolazione civile della Krajina ha abbandonato per sempre ed in massa le loro case per paura di bombardamenti.
Per l'ex procuratore capo dell'Aja Carla Del Ponte la sentenza che ha assolto i generali croati e' stata una grande sorpresa. "Intendo leggere la sentenza per vedere che cosa e' andato di storto tra la sentenza di primo grado e l'appello" e' stata la prima dichiarazione della Del Ponte. In base a quanto detto, 'Jutarnji list' afferma che non si tratta quindi di un errore della Procura come nemmeno della sentenza di primo grado di Alphonse Orie che aveva accettato praticamente tutte le tesi della Procura bensi' di "qualcosa" andato storto il che non significa altro che allusione da parte dell'ex capo della Procura ad una possibile pressione politica internazionale sul Tribunale.
Ante Gotovina, all'eta' di 17 anni decise di far parte della Legione Straniera e combatte' in Africa. Successivamente diventa agente di informazione francese, poi nel momento della guerra in Croazia e' generale croato, dopo pero' imputato, fuggitivo, prigioniero ed infine uomo libero. Nessun dubbio che oggi il generale Ante Gotovina e' un vero eroe della Guerra per l'indipendenza, una leggenda viva tra i veterani croati e di tutta la popolazione croata il quale, come afferma, in nessun momento non aveva dubbi sulla propria innocenza. Venerdi' scorso ha potuto finalmente, da uomo libero, riabbracciare la propria famiglia, sua moglie Dunja, la diciassettenne figlia Anna e il quindicenne figlio Ante.
La festa in piazza a Zagabria alla notizia dell'assoluzione
Mentre la Croazia e' praticamente esplosa in festa, la sentenza ha provocato stupore e tantissima delusione in Serbia. L'ex presidente serbo Boris Tadić ha valutato venerdi' che con la sua decisione il Tribunale dell'Aja produce gravi conseguenze nei Balcani occidentali ed ha invitato i politici ed i cittadini croati ad astenersi dal trionfalismo. Ha aggiunto che si fanno molte domande sull'oggettivita' del Tribunale e si producono interpretazioni pericolose relative al ruolo delle istituzioni internazionali. Secondo Tadić si pone anche la domanda in quale misura le istituzioni internazionali sono sotto pressione della politica. Il premier serbo Ivica Dačić ha valutato che la sentanza di liberazione per Ante Gotovina e Mladen Markač avra' gravi conseguenze nel processo della riconciliazione nella regione e che la sentenza conferma i doppi standard del Tribunale e della comunita' internazionale per quanto riguarda i crimini in ex Jugoslavia. "Come e' possibile richiedere da noi di condannare tutti i crimini mentre altri possono non condannare i crimini contro il popolo serbo?" ha chiesto Dačić affermando che "evidentemente questa sentenza ha un segnale politico. Il suo obiettivo e' quello di liberare la Croazia dalla responsabilita' per i crimini contro i serbi. La realta' e' del tutto diversa – oltre 200.000 serbi sono stati cacciati via dalla Croazia, diverse migliaie sono stati uccisi".
"Questo non e' collegato con la Croazia ed il popolo croato. Noi dobbiamo costruire insieme relazioni corrette ma cio' significa che bisogna andare avanti sinceramente rispetto a quello che vi e' stato. L'accaduto fara' si' che per diversi anni queste relazioni saranno compromesse e cio' non va bene per la regione" ha detto il premier serbo. Aleksandar Vučić, primo vicepresidente del governo serbo e ministro della difesa ha dichiarato che la Serbia rispetta e rispettera' i suoi obblighi internazionali ma che i cittadini della Serbia sono costernati dalle sentenze dell'Aja ai generali croati. Sempre venerdi', ad una manifestazione di protesta degli ultranazionalisti radicali serbi di Šešelj svoltasi nel centro di Belgrado, davanti all'Ufficio del presidente della Serbia, i manifestanti hanno bruciato la bandiera croata. Centinaia di manifestanti insultando i croati portavano manifesti con scritte "Aja=Ue=Vaticano", "Ci vediamo l'anno prossimo a Knin", "Stop ai tiranni dell'Aja" e "Liberta' per Šešelj".
Il Dipartimento di Stato americano dopo la sentenza di liberazione dei generali croati ha rilasciato la dichiarazione che gli Stati Uniti ne prendono atto e accettano la sentenza dell'ICTY ma non hanno svolto nessun ruolo nei casi Gotovina e Markač. "Quando abbiamo creato l'ICTY in quanto comunita' internazionale e come comunita' transatlantica, tutti lo abbiamo sostenuto. Sta a tutti noi appoggiare questo processo e sostenerne i risultati" ha detto la portavoce dello State Department americano. La decisione del Tribunale dell'Aja e' la piu' grande svolta nei 19 anni della storia del Tribunale dell'Aja, ha scritto il quotidiano britannico 'The Guardian' sottolineando che una tale decisione e' stata salutata in Croazia come conferma della giustificazione della sua guerra per l'indipendenza. Il quotidiano tedesco 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' citando i media croati ha scritto che la Croazia e' innocente. Ha raccontato di diverse migliaia di cittadini croati in piazza centrale di Zagabria che con esaltazione hanno salutato la decisione dell'Aja mentre al tempo stesso la Serbia e' rimasta scioccata.
La guerra e' una questione del passato, bisogna girarsi verso il futuro e i serbi profughi devono tornare alle loro case perche' la Croazia e anche terra loro, ha detto Ante Gotovina in una intervista esclusiva al giornale di Belgrado 'Kurir'. Nell'intervista pubblicata lunedi' ha rilevato che il ritorno dei serbi deve essere una realta', quelli che voglioni tornare, che hanno qui le loro case, devono venire e non c'e' bisogno di inviti. Alla domanda se si impegnera' affinche' i crimini commessi dopo l'operazione 'Tempesta', per i quali lui stesso e' stato assolto all'Aja, verranno processati in Croazia, Gotovina ha risposto che la guerra appartiene al passato mentre ci sono le istituzioni che se ne occupano. 
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio radicale

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