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Crisi e umanesimo

Da Observingthenet

Crisi e umanesimoL’umanesimo – nella sua essenza, nella centralità assegnata all’individuo e ai valori universali dell’uomo – è indubbiamente in crisi nella radicale trasformazione di ogni cosa, e dell’individuo stesso.
La perdita di valori non è una questione solo intellettuale, ma implica sempre gravi conseguenze politiche ed economiche e oggi lo vediamo più che mai. Già duemila anni fa Longino, nel suo trattato Del Sublime, aveva capito che una crisi finanziaria è sempre anche una crisi morale, in cui non si sa più cos’è la grandezza umana e si vive in una cultura kitsch. L’umanesimo si fonda sulle cose che danno vita alla vita – amore, amicizia, giustizia, verità. Una vita piena di senso è quella capace di creare verità, giustizia e bellezza. Sono temi non certo nuovi. Michelstaedter aveva già detto che non conta ciò che si ha, ma ciò che si è.
L’umanesimo non è una torre d’avorio per intellettuali che leggono Platone, bensì il riconoscimento di valori eternamente umani che dicono ciò che dovremmo essere, che insegnano ad acquistare dignità e a respingere fanatismo e oscurantismo. Non si tratta di negare la tragedia e la morte immanenti in ogni vita, ma di celebrare nonostante tutto la vita. Economia, tecnologia politica non possano da sole dare senso all’esistenza, come molti invece sembrano credere.
Una democrazia si basa sulla libertà, libertà che implica l’impegno a liberarsi da violenze, arroganze, pregiudizi, angustie mentali, paure, odi. Ma se non si crede più a valori universali che trascendono il tempo, anziché un libero popolo si ha una massa che teme la libertà. Al posto dei valori subentrano passioni irrazionali e aggressivi risentimenti.


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