Crisi economica in Grecia, ultima chiamata: accordo o default

Creato il 20 giugno 2015 da Mrinvest

La crisi economica in Grecia sembra davvero arrivata alla fase finale, visto che la prossima settimana si decide sul default di Atene e la sua uscita dall’Euro.

E’ diventato ormai un tormentone. Le notizie che tutti i giorni si susseguono sulla crisi economica in Grecia, siano esse positive o negative, fanno parte di quelle scocciature quotidiane che siamo ormai abituati a sopportare e che sembrano un pò come la margherita di m’ama o non m’ama.

E’ una situazione non facilmente districabile. Ma sembra che, dopo mesi e mesi di trattative, proposte e controproposte, di impegni non rispettati, siamo arrivati all’ultima chiamata, alla fase decisiva.
Lunedi prossimo è stato convocato un vertice straordinario con i capi di Stato e di Governo dei 19 Paesi che aderiscono all’Euro per discutere della crisi economica in Grecia e per decidere cosa fare, perchè il rischio di default greco è reale e mancano davvero pochi giorni, sette per la precisione, alla scadenza definitiva.

In settimana si decide sulla crisi economica in Grecia.

Sarà tutto da decidere nella prossima settimana, tra, appunto, il vertice di lunedi e quello di giovedi e venerdi prossimi, in cui ancora si incontreranno gli stessi leader e gli altri dell’Unione Europea, perchè il rischio è doppio, cioè che Atene esca dalla Moneta Unica ma anche dalla UE.

Per l’ennesima volta dovranno discutere del problema di crediti e debiti, quanti restituirne e quando, come succede in ogni trattativa tra chi sta per fallire e i suoi creditori. Ma qui la posta in palio è ben altro. Parliamo del futuro della Grecia e dei suoi abitanti, del futuro dell’Europa e dell’Euro, tutto in una settimana. Qualcuno dice che non sarà la fine del mondo, tutti fanno previsioni sulle conseguenze di un’uscita dalla Grecia dall’Euro, ma nessuno sa cosa potrà succedere davvero.

Sulla crisi economica in Grecia o c’è l’accordo o è default.

Sembrano pessimisti i greci, visto l’assalto ai bancomat e i 3 miliardi di euro prelevati dai conti correnti in 4 giorni.
Il momento, comunque, è molto difficile, perchè la Grecia è vicinissima all’uscita, cosiddetta Grexit. Ieri per la prima volta sia Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione europea, sia Donald Tusk, Presidente del Consiglio Ue, hanno parlato di default. Tutti e due sono concordi nel dire che o c’è l’accordo o è default, non c’è la possibilità di ulteriori negoziati.
Il principio europeo rimane lo stesso: solidarietà in cambio di responsabilità, che si tradurrebbe in debito allegerito se Atene attua un piano di riforme su pensioni e aumento dell’Iva.

Alexis Tsipras non sembra d’accordo su questi punti e intanto ieri, a San Pietroburgo, ha incassato il sostegno di Putin, con il quale ha formalizzato un accordo per la realizzazione di un gasdotto che dalla Turchia passerà sul territorio greco, finanziato interamente da Mosca e senza controllo della tratta da parte della russa Gazprom. Non solo, il Cremlino si dice disposto, se lo chiede il governo greco, a fornire assistenza finanziaria ad Atene.

In definitiva la domanda è: continuare a curare un malato grave e tenerlo o lasciarlo al proprio destino rischiando di pagarne tutti le conseguenze (se ci saranno)?


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