Magazine Cultura
La brutta notizia è che la Asengard, una piccola e fiera casa editrice di romanzi di genere, chiude i battenti. Tra i suoi pubblicati ci sono Riccardo Coltri (Zeferina) e Francesco Falconi (Prodigium).
http://www.booksblog.it/post/7758/asengard-la-piccola-e-coraggiosa-casa-editrice-del-fantastico-chiude
E proprio dal blog di Francesco Falconi apprendo una notizia a dir poco smascellante: la Armando Curcio Editore è diventata una casa editrice a pagamento. Se fosse il primo aprile direi che sì, è uno scherzo simpatico e anche abbastanza originale: chi può pensare che una casa editrice così gloriosa possa chiedere soldi a un esordiente?
Invece, a quanto pare, questo è successo e la testimonianza è stata raccolta sul forum del Writer's Dream che da sempre combatte questo brutto vizio di voler pagare per vedere il proprio nome stampato su un dannato libriccino. Ma se il nome di questa casa editrice è Armando Curcio Editore, storica, gloriosa e importante nel nostro panorama culturale, cosa penseranno gli esordienti?
Secondo voi ci sarà un effetto a valanga? Mi spiego: anche altre importanti case editrice modificheranno il loro business facendo pagare gli esordienti? E quanto vale pubblicare in questo modo?
Non so cosa cambierà in futuro. Da lettore spero almeno di poter distinguere chi ha pagato per essere pubblicato e chi no. Credo che sia un diritto del lettore, almeno questo.
Ritengo assolutamente necessaria, a questo punto, una legge che permetta di distinguere "l'autore a pagamento" dai restanti. Non penso di esagerare. Per un lettore vorace come me è lo stesso discorso che vale per le etichette degli alimenti: serve quindi una tracciabilità che indichi la provenienza del manoscritto: deve esserci scritto "pubblicato a pagamento".
Stabilite queste semplici regole di consumo ritengo che la Curcio, così come ogni altra casa editrice possa gestire la propria azienda come vuole in tempo di crisi. Gli esordienti e aspiranti tali sono assolutamente legittimati a spendere soldi per pubblicare. Certo, chi ha senno lo sconsiglia vivamente e io sono tra quelli che dice con chiarezza "non pagate per pubblicare", ma la libertà di scelta c'è e finché rientra nei parametri costituzionali e legali non possiamo farci niente.
Dal blog di Falconi:
http://www.francescofalconi.it/2011/06/mi-vergogno/
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