Magazine Cultura
Ieri sono stato in un mercatino dell'usato. Mentre mio figlio spulciava vecchie edizioni di Topolino, girovagavo alla ricerca di un calamaio di vetro, quando ho avuto un'apparizione. In una vetrinetta, poco esposto, si intravedeva un libercolo dall'aspetto antico. Ho una passione smodata per oggetti e libri antichi. Mi fanno pensare alle persone che li hanno usati, a un passato che si può immaginare con maggior nitidezza guardandoli e maneggiandoli. La fattezza di quel libro di poco pregio mi affascinava e mi sono avvicinato per leggere il titolo: "DANTE La Commedia". Ho cominciato a fibrillare. Ho chiesto di poter aprire la vetrinetta, mi viene risposto di fare da me. La solitudine di quel gesto ha lasciato spazio ai miei riti: ho annusato la copertina e le pagine, che ho fatto scorrere veloci, ho controllato l'indice, ho verificato alcune parti del testo per accertarmi che si trattasse proprio della Commedia dell'Alighieri. Infine ho cercato la data di pubblicazione:1883. Non sono riuscito a resistere all'idea di acquistarla. Il costo era modesto, non sarebbe stato il mese adatto neppure per spese impreviste di poco conto, ma potevo rinunciare a qualcos'altro. Alla cassa mi hanno fatto pagare con noncuranza, mentre io sembravo sull'orlo di una crisi epilettica, ringraziando il cielo, come se stessi ricevendo lo spirito santo in quell'istante. Sono consapevole che questo mio entusiasmo è eccessivo per un libro che, se non fosse stato portato al mercatino dell'usato, sarebbe finito al macero. Ma ciò che più amo dei libri sono proprio questo genere di emozioni. Potrei essere "nel mezzo del cammin di nostra vita", senza slanci alcuni, ormai roso dall'abitudine. Invece sono qui, folle di gioia per un libro che non considero vecchio, ma antico, e che mi regalerà altre gioie con il suo contenuto, così come sapranno dare i tanti altri libri che non aspettano che me.