chi mi segue su Daisuki sa che guardo molti dorama (sceneggiati televisivi) giapponesi e coreani. entrambi questi paesi hanno una cinematografia molto viva della quale sui nostri schermi arriva una parte infinitesimale. a parte il cinema, la cosa che mi ha lasciato sempre piacevolmente meravigliata rispetto a ciò che accade da noi, è l'elevata qualità degli sceneggiati televisivi. si investono grossi capitali, anche perchè gli sponsor vedono queste produzioni come un'opportunità di farsi pubblicità (per esempio ricordo un dorama visto pochi mesi fa che sembrava uno spot ininterrotto dell'ultimo modello di smatphone della Samsung XD), ma questo non deve trarre in inganno, nel senso che gli attori si presteranno pure a esibire tastiere e schermi, ma sono attori coi controcazzi che recitano benissimo, perciò questa forma di pubblicità indiretta la si può accettare di buon grado se in cambio si ricevono visioni di alta qualità. tra l'altro in questi paesi non esiste la distinzione tra attori da piccolo e da grande schermo: tutti passano disinvoltamente di qua e di là e la bravura dimostrata è la stessa. gli sceneggiatori poi sono abilissimi a intessere trame che tengono desto l'interesse degli spettatori, spingendo l'acceleratore sul pedale delle emozioni in modo da coinvolgere l'attenzione del pubblico e, a meno di dorama storici, tenendo bene aperti gli occhi sulla quotidianità contemporanea. i protagonisti si trovano negli impicci, devono sgomitare e combattere, ma quasi sempre va tutto a finire bene, eppure c'è un fondo di plausibilità in tutto questo, un'abilità nel farci sognare cose che ci appaiono forse improbabili, ma non del tutto impossibili, donandoci l'illusione che se ce la possono fare loro, ce la potremmo fare pure noi. tutto questo per dire che si tratta di prodotti di prima qualità. i coreani ultimamente stanno dominando il mercato; riescono a schierare una squadra di attori non solo veramente bravi, ma anche molto belli (spesso grazie al bisturi), perchè è indubbio che l'occhio vuole la sua parte. e insomma, dati i presupposti, ecco come è scoppiato un piccolo dramma nazionale. ho finito di vedere giusto poco tempo fa e quasi in presa diretta (per merito degli appassionati che sottotitolano e mettono in rete le varie puntate) quello che è stato lo sceneggiato di maggiore successo dell'ultimo periodo, con punte di quasi il 30% di share e il primo posto nella classifica degli ascolti per 12 puntate di fila: My love from the star tratta delle disavventure degli ultimi tre mesi di vita sulla terra di un alieno che vi si trova bloccato da 400 anni. oltre a chi ha avuto la fortuna di potersi godere lo spettacolo sullo schermo della propria TV, è stato calcolato che più di due miliardi e mezzo di persone lo hanno visto on line come me: e scusate se è poco. tra questi spettatori on line, una larga fetta era costituita da cinesi, al punto da poter parlare di una mania colletiva, e la cosa non ha lasciato indifferenti le autorità cinesi, le quali si sono molto risentite per la cosa. ma com'è possibile, si sono indignati molti funzionari governativi, che così tanti loro connazionali siano letteralmente impazziti per questo sceneggiato? dov'è andato a finire l'amor patrio? e, soprattutto, come si permettono i coreani di insidiare la cultura nazionale? e poi, è mai possibile che noi cinesi non siamo capaci di produrre qualcosa che sia alla stessa altezza? (a quel punto si è levata una vocina che ha insinuato che forse forse dipende dal fatto che in Cina vige una stretta censura). anche se non è la prima volta che i cinesi impazziscono per un prodotto cinematografico straniero, ovviamente il caso della Corea è visto come più grave per via delle antiche rivalità fra i due paesi; del resto le autorità cinesi paiono altrettanto indispettite per la grande popolarità dei manga giapponesi. insomma, viene un po' da sorridere al pensiero che i politici cinesi, come se non avessero problemi più seri di cui occuparsi, si preoccupino tanto di uno sceneggiato TV.
chi mi segue su Daisuki sa che guardo molti dorama (sceneggiati televisivi) giapponesi e coreani. entrambi questi paesi hanno una cinematografia molto viva della quale sui nostri schermi arriva una parte infinitesimale. a parte il cinema, la cosa che mi ha lasciato sempre piacevolmente meravigliata rispetto a ciò che accade da noi, è l'elevata qualità degli sceneggiati televisivi. si investono grossi capitali, anche perchè gli sponsor vedono queste produzioni come un'opportunità di farsi pubblicità (per esempio ricordo un dorama visto pochi mesi fa che sembrava uno spot ininterrotto dell'ultimo modello di smatphone della Samsung XD), ma questo non deve trarre in inganno, nel senso che gli attori si presteranno pure a esibire tastiere e schermi, ma sono attori coi controcazzi che recitano benissimo, perciò questa forma di pubblicità indiretta la si può accettare di buon grado se in cambio si ricevono visioni di alta qualità. tra l'altro in questi paesi non esiste la distinzione tra attori da piccolo e da grande schermo: tutti passano disinvoltamente di qua e di là e la bravura dimostrata è la stessa. gli sceneggiatori poi sono abilissimi a intessere trame che tengono desto l'interesse degli spettatori, spingendo l'acceleratore sul pedale delle emozioni in modo da coinvolgere l'attenzione del pubblico e, a meno di dorama storici, tenendo bene aperti gli occhi sulla quotidianità contemporanea. i protagonisti si trovano negli impicci, devono sgomitare e combattere, ma quasi sempre va tutto a finire bene, eppure c'è un fondo di plausibilità in tutto questo, un'abilità nel farci sognare cose che ci appaiono forse improbabili, ma non del tutto impossibili, donandoci l'illusione che se ce la possono fare loro, ce la potremmo fare pure noi. tutto questo per dire che si tratta di prodotti di prima qualità. i coreani ultimamente stanno dominando il mercato; riescono a schierare una squadra di attori non solo veramente bravi, ma anche molto belli (spesso grazie al bisturi), perchè è indubbio che l'occhio vuole la sua parte. e insomma, dati i presupposti, ecco come è scoppiato un piccolo dramma nazionale. ho finito di vedere giusto poco tempo fa e quasi in presa diretta (per merito degli appassionati che sottotitolano e mettono in rete le varie puntate) quello che è stato lo sceneggiato di maggiore successo dell'ultimo periodo, con punte di quasi il 30% di share e il primo posto nella classifica degli ascolti per 12 puntate di fila: My love from the star tratta delle disavventure degli ultimi tre mesi di vita sulla terra di un alieno che vi si trova bloccato da 400 anni. oltre a chi ha avuto la fortuna di potersi godere lo spettacolo sullo schermo della propria TV, è stato calcolato che più di due miliardi e mezzo di persone lo hanno visto on line come me: e scusate se è poco. tra questi spettatori on line, una larga fetta era costituita da cinesi, al punto da poter parlare di una mania colletiva, e la cosa non ha lasciato indifferenti le autorità cinesi, le quali si sono molto risentite per la cosa. ma com'è possibile, si sono indignati molti funzionari governativi, che così tanti loro connazionali siano letteralmente impazziti per questo sceneggiato? dov'è andato a finire l'amor patrio? e, soprattutto, come si permettono i coreani di insidiare la cultura nazionale? e poi, è mai possibile che noi cinesi non siamo capaci di produrre qualcosa che sia alla stessa altezza? (a quel punto si è levata una vocina che ha insinuato che forse forse dipende dal fatto che in Cina vige una stretta censura). anche se non è la prima volta che i cinesi impazziscono per un prodotto cinematografico straniero, ovviamente il caso della Corea è visto come più grave per via delle antiche rivalità fra i due paesi; del resto le autorità cinesi paiono altrettanto indispettite per la grande popolarità dei manga giapponesi. insomma, viene un po' da sorridere al pensiero che i politici cinesi, come se non avessero problemi più seri di cui occuparsi, si preoccupino tanto di uno sceneggiato TV.
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