Di Grazia Serao. Al netto dei titoli pubblici, che emette per coprire il fabbisogno della Pubblica amministrazione, lo Stato centrale presenta un livello di indebitamento più che triplo rispetto a quello delle Amministrazioni locali (Regioni, Province e Comuni). Lo rende noto la Cgia in un apposito studio, da cui emerge che senza il costo dei titoli di Stato, al 30 giugno 2014 il debito dell’Amministrazione centrale ammontava a 257,8 miliardi di euro, mentre quello delle Regioni e degli Enti locali era circa un terzo: precisamente pari a 81,6 miliardi di euro. Il debito in capo agli enti previdenziali era di 184 milioni di euro.
Quali sono gli enti territoriali meno indebitati? Le Province, secondo la Cgia, che hanno un indebitamento pari a 5,4 mld (1,6% del debito totale).
Subito dopo mi sono gli altri enti (Asl, Università, Comunità montane e Camere di Commercio), con un debito di 14,5 mld (4,3% del totale).
I Comuni presentano invece l’importo maggiore: l’ammontare del debito ha raggiunto quota 38,2 mld (11,3% del totale). Più contenuto invece l’indebitamento delle Regioni: 23,4 mld (6,9% del totale).
Così il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, commenta queste cifre, chiedendo che le stesse siano portate all’attenzione del commissario alla spending review Carlo Cottarelli: “Se escludiamo la spesa per gli interessi e quella previdenziale – dice Bortolussi – oltre il 57% delle uscite totali è riconducibile alle amministrazioni locali. Ebbene, nonostante queste ultime debbano farsi carico di ben oltre la metà della spesa pubblica, presentano un livello di indebitamento nettamente inferiore a quello dello Stato centrale”.