Cristianesimo vissuto
Consigli fondamentali alle anime serie
di Dom Francesco di Salles Polline, certosino
Parte IV
I I rimedi.
Perché approfitti così poco delle innumerevoli grazie di Dio? Perché sei malato. La tua mente è malata e non sa vedere; il tuo cuore è malato e non sa amare; i tuoi sensi sono malati e non sanno agire. Dunque bisogna guarirli, e per guarirli ci vogliono dei rimedi. Quali sono questi rimedi? Ce ne sono alcuni che Dio stesso ha preparato, ed altri che sono preparati dalla Chiesa. Con termine generico si chiamano esercizi di pietà.
Che cosa sono dunque gli esercizi di pietà? Non sono la pietà, ma i rimedi della pietà, la quale non consiste nel fare molti pii esercizi, ma nel farli come si deve; come la salute per un malato non consiste nel prendere una quantità esagerata di medicine, ma nel prenderle quando son necessarie.
Sono rimedi, i rimedi delle tue infermità spirituali. Bisogna ricorrere ad essi quanto lo richiedono le infermità interiori, ma non altrimenti. E quando si vuole sinceramente guarire non si fa gran caso della qualità del rimedio; gradevole o ripugnante, lo si prende. Non è un affare di fantasia, ma è una questione di guarigione.
Vedi in che modo serio, sobrio e generoso bisogna saper comprendere, amare e fare gli esercizi di pietà? E per te una questione di vita o di morte; quando si è malati e molto malati, non bisogna scherzare coi rimedi; bisogna pigliarli a tempo e nelle condizioni volute, se no... Oh! bada, vedi, tu sai quanto sei malato nella povera anima tua! e quanto essa ha bisogno di rimedi! e quanto sei debole! Sii serio, e impara a curare l'anima tua almeno quanto il tuo corpo.
Tu sei risoluto di prendere i rimedi che occorrono, cioè, di fare gli esercizi di pietà che ti sono necessari; sei a ciò risoluto ad ogni costo, perché prima di tutto tu vuoi vivere da cristiano e non menar la male odorante vita di quei cadaveri che si chiamano peccatori. Non voler essere del numero di coloro, a cui Gesù Cristo disse: Sepolcri imbiancati, belli di fuori, pieni di putridume dentro. Tu non ami alcun putridume, quello dell'anima meno di quello del corpo; perché sai che quello dell'anima è più orribile di quello del corpo, e stimi l'anima tua più del tuo corpo. Nessun putridume; Dio non t'ha data una tale vocazione, ma quella della santità. Dunque, rimedi! rimedi per guarire, rimedi per preservarti.
II I rimedi di Dio
I primi e più importanti sono i rimedi di Dio, quelli che Dio stesso ha fatti e preparati per te. Dal momento che Nostro Signore per se stesso si è degnato di preparare alle tue infermità certi rimedi e indicarti la necessità e il modo di prenderli, bisognerebbe non aver la fede per aver l'ardire di trascurarli. Dio senza dubbio conosce le tue infermità, e conosce i mezzi per guarirle. Celeste medico, inviato dal Padre suo per guarire i mali delle anime, Gesù Cristo ha preparato dei rimedi; è giunto persino a comporne con la sua carne e col suo sangue. Bisogna confessare che è difficile al medico di spingere più lontano l'amore per i suoi malati. Allora che dire del malato che non vuole rimedi?
I rimedi di Dio sono i sacramenti e la preghiera. Anzitutto i sacramenti, grandi tesori della Chiesa, grandi rimedi della vita cristiana; tu li conosci. Il Battesimo che crea questa vita, la Confermazione che la fortifica, la Penitenza che la ripara, l'Eucaristia, che la nutre, l'Estrema Unzione che la corona, l'Ordine che ne perpetua i ministri, e il Matrimonio che ne perpetua gli individui: ecco il grande arsenale delle grazie, gli accumulatori dell'elettricità divina. Nostro Signore ha ivi condensato i più ricchi frutti della Passione. Vi è forse bisogno di esortarti a ricorrere ad essi? Oh no, certamente! Perché sono persuaso che tu provi un vero bisogno dei due sacramenti, che sono la quotidiana riparazione ed alimentazione della tua vita. Se della confessione, della comunione tu non senti il bisogno e l'amore non dirmi che hai desiderio di vivere. Se ti farai tirare per accostarti al santo tribunale ed alla sacra mensa, tu pendi molto più verso le tue passioni che verso Dio; c'è in te più il senso del mondo che di Cristo. Dio non occupa in te che un piccolo posto, e senza dubbio giungerai a restringerglielo ancora. Sai che con Dio non bisogna scherzare; bisogna trattarlo da Dio; tu ne sei convinto e sei deciso a trattarlo in questo modo. Ebbene se sei risoluto di essere franco con te stesso e con Dio, se sei deciso di diventare un uomo di fede e di dovere, io non ho bisogno di dirti né quando né come devi ricorrere ai sacramenti. I bisogni dell'anima tua te lo diranno sufficientemente, e finché i bisogni dell'anima tua non te lo diranno, quello che potranno dirtene i libri o gli uomini non avrà grande influsso. su di te. Il cuor retto non ha bisogno di tante esortazioni e prediche, quello che egli sente ha più valore di ciò che gli si dice. Del resto, per la grazia di Dio, oggi s'insiste tanto sulla frequenza alla Comunione, che potrai udire raccomandazioni ed esortazioni senza numero. Non ho dunque da aggiungere le mie raccomandazioni a tante altre, e non faccio che ripetere il mio grande consiglio: Sii sincero, va' sino in fondo alla tua fede. Vedi? la fede, come l'amore, non è una questione di parole o di lingua, ma è prima di tutto una questione di verità e d'azione. Ah, s'io potessi convincerti di questo! Se potessi insegnarti ad essere un uomo di fede! un uomo di verità e di sincerità!
Un cristiano, che sul serio vuol vivere da cristiano, avrebbe dunque bisogno d'esser incessantemente spinto da esortazioni, forzato dalla sorveglianza, senza la quale ricade inerte? Egli non ha dunque nulla nella mente né nel cuore. La vita non viene dal di fuori ma dal di dentro; e se dentro non c'è nulla, mai non vi sarà vita. Non parlarmi di quegli esseri senza carattere, che non hanno più vita d'una carretta. La quale, quando è tirata, cammina; ma appena si lascia, rimane dov'è. Tu non apparterrai mai alla categoria di quegli esseri fiacchi e vuoti, vili e falsi, che fanno il bene per timore o per compiacenza, per adulazione o per ipocrisia per vanità o per interesse. Il bene, per essere vero, dev'esser sincero, e se c'è una buona azione in cui si richiede la sincerità, è soprattutto la frequenza dei sacramenti. lo fremo al solo pensiero dei sacrilegi che si commettono per ipocrisia. Ma gemo pure pensando alla viltà dei cuori che si fanno trascinare. Oh! no, tu non sarai mai né un cuor vuoto, né uno spirito falso.
III La preghiera
Dio tutto accorda alla preghiera, tutto, anche i miracoli. Ma perché si fa pregare? Per sforzarti ad accostarti a Lui. La preghiera è uno dei più grandi mezzi di avvicinamento a Dio. Se Egli avesse posto tutto a tua disposizione, senza che tu avessi alcun bisogno di ricorrere a Lui, vivresti in un perpetuo allontanamento da Lui, usando ed abusando di tutto, senza più curarti di Lui. Vedi un po' se non succede sempre così. Quando non s'ha bisogno di niente, si pensa poco a Dio; ma il bisogno riconduce a Lui.
Perché l'unione con Dio è il supremo scopo della tua vita, la preghiera il tuo supremo dovere. Essa mette la tua mente, il tuo cuore e i tuoi sensi in relazione con Lui. È la preghiera che fa cessare a poco a poco la distrazione abituale della tua vita.
Distrazione, lo sai, vuol dire separazione. Tu vivi abitualmente separato da Dio; la tua mente, il tuo cuore e i tuoi sensi sono occupati in cose lontane da Lui, ecco la tua distrazione; è il gran male di cui tu hai riconosciuta l'estensione e che bisogna guarire.
La preghiera riconduce a Dio la tua mente, il tuo cuore e i tuoi sensi; li ricolloca, almeno per un momento, vicino a Dio; li riabitua a viver vicino a Lui, e man mano ch'essa diventa più viva e frequente, tu vivi più abitualmente in unione con Dio. Comprendi perché Dio si fa pregare, e perché si fa pregare tanto? Quanto più si fa pregare, tanto più ti sforza ad accostarti a Lui. Vi sono grazie che Dio non accorda se non a preghiere lungamente ripetute e moltiplicate; e la più grande grazia è sforzarti così ostinatamente a pregare, perché così ti sforza ad un ravvicinamento più completo.
Oh! come sarai felice quando comprenderai questo perché della preghiera! Più felice ancora se contrarrai lo spirito di preghiera: lo spirito di preghiera, cioè, il bisogno di ritorno e di ricorso continuo a Dio, il bisogno di trattenerti con Lui in intimità, il bisogno di parlargli e di udirlo parlarGli, il bisogno di essere con Lui.
Ad altri io consiglierei la preghiera. Tu che vuoi essere cristiano nell'anima, che ad ogni costo vuoi vivere per Dio, abbi lo spirito di preghiera. Il cuore che trova gravosa la preghiera non ha che un germe di vita cristiana. È forse possibile che la respirazione sia gravosa ad uno che ha buoni polmoni? La preghiera è il respiro dell'anima cristiana, che ha bisogno d'esalare il suo soffio verso Dio e di aspirare l'aria di Dio. La preghiera deve diventare per l'anima tua tanto facile, tanto necessaria e benefica, quanto il respiro per il tuo corpo.
Come vedi, la preghiera nella sua essenza non è un formulario. È un movimento dell'anima e non un movimento delle labbra. Senza dubbio vi sono delle formule, che incarnano meglio questo movimento profondo e vero dell'anima verso Dio, e queste formule aiutano molto la preghiera; ti dirò presto quali sono le migliori. Ma in sostanza la preghiera è il ritorno verso Dio, è il trattenimento con Dio, vita con Dio. Ed è in questo senso che Nostro Signore diceva che la preghiera deve durar sempre e non cessare mai. Può il tuo corpo cessar di respirare? e perché l'anima tua cessa di pregare? Per l'anima cessar di pregare è come per il corpo cessar di respirare, è il soffocamento e la morte. Quando l'anima tua pregherà istintivamente cosi come il tuo corpo respira, tu sarai cristiano, perché sarà un vero segno che tu vivi. Il corpo, che non respira più, è un cadavere; cosi l'anima. Il corpo, che respira difficilmente, è malato; così l'anima. Il corpo, che ha un respiro ampio, ha una vita potente; così l'anima. Ma come giungere a dar all'anima quella potenza di respirazione divina, che si chiama lo spirito di preghiera?
Ci arriverai anzitutto sotto l'ispirazione e la direzione dello Spirito Santo. Poiché Egli viene in soccorso della tua debolezza. Tu non sai quello che devi domandare a Dio, per pregare come si deve. Ma lo Spirito divino viene in te a formare dei gemiti ineffabili, che sono la vera preghiera. E colui che penetra il fondo dei cuori comprende i desideri ispirati dal suo Spirito, perché il Suo Spirito forma nei Santi una preghiera secondo Dio. E in che modo lo Spirito Santo forma la preghiera nel cuore dei Santi? Con tutte le particolarità dell'azione divina che porta la grazia e di cui ti ho a lungo parlato precedentemente. Sii dunque sottomesso a quest'azione dello Spirito di Dio, e potrai diventare non solo un uomo di preghiera nel senso ordinario della parola, ma un uomo di orazione. Puoi trovare degli aiuti efficaci anche nelle pratiche istituite dalla Chiesa.
IV. I rimedi della Chiesa
Esiste nella Chiesa una quantità abbastanza considerevole di pratiche e di formule pie, introdotte dai Santi ed approvate da essa; è una farmacia molto ricca di tutte le qualità di medicine. Non ci sono malattie nelle anime che non vi possan trovare i rimedi convenienti. Ciò vuol forse dire che occorra sovraccaricarsi di queste pratiche? Dimmi, quando vai in una farmacia, compri forse tutte le medicine che vi si trovano? Ti basta pigliare quelle di cui hai bisogno. Fa' qui lo stesso.
Anzitutto è necessario cercare un vero farmacista e diffidare dei ciarlatani, che non sono rari oggigiorno, per l'anima come per il corpo. La Chiesa è la sola farmacia riconosciuta da Dio, per distribuire i veri rimedi delle anime. Sii dunque implacabile nel tener lontani da te, come rimedi da ciarlatani, tutte le invenzioni fantastiche delle devozioni non approvate. Tu mi comprendi, ed è questa una raccomandazione importante.
Adesso, nella farmacia del buon Dio, scegli i che rimedi che fanno per l'anima tua. - Quali? mi dirai. - Ecco. Vi sono esercizi obbligatorii, la Messa nei giorni festivi, quegli atti indispensabili che ogni cristiano deve fare di tanto in tanto, cioè, gli atti di fede, di speranza e di carità, la confessione annuale, la comunione pasquale, ecc. In questo non si deve avere nessuna esitazione, perché da ciò dipende in modo assoluto la tua salute spirituale. Sono rimedi di cui la vita d'un cristiano non può far a meno sotto pena di perire.
Altri esercizi sono di consiglio, come le preghiere del mattino e della sera, i vespri della domenica, la celebrazione delle feste non comandate, la frequenza più assidua dei Sacramenti, la devozione a Nostro Signore, alla S. Vergine ed ai Santi, la meditazione, l'esame di coscienza, ecc. Qui per fare la tua scelta e trovare la giusta misura, hai già bisogno del consiglio del tuo medico. Sai chi è il medico dell'anima tua? Il Direttore della tua coscienza, che tu devi consultare, perché a Lui spetta il dirti quello che conviene ai tuoi bisogni presenti.
Ma soprattutto bisogna consultarlo per la terza categoria di rimedi, di quelli, cioè che sono puramente facoltativi. Sentirai raccomandare un'infinità di pratiche e devozioni, di quelle, s'intende, che sono approvate: delle altre ho già detto quello che si meritano e non ne parlo più. Su questo punto tienti in guardia contro due eccessi: anzitutto quello di denigrare queste devozioni in se stesse; dal momento che sono approvate dalla Chiesa, sono buone. Se vuoi pigliarti giuoco degli abusi, fallo; ma lo devi fare in modo da mettere in ridicolo l'abuso e vendicare la vera devozione. A me piace sferrare tutte quelle stupidaggini che mettono, in ridicolo la religione. Il secondo eccesso dal quale devi preservarti è quello che io ti autorizzo a fustigare, e che consiste nel sovraccaricarsi puerilmente una infinità di piccole cose.
Poco e buono, ecco una prima regola in fatto di devozioni facoltative. Eccone una seconda: libertà assoluta. Non bisogna attaccarsi a nulla, e sentirsi liberissimo di pigliare questi esercizi secondo i bisogni dell'anima. Non devi usarne che per elevare il tuo spirito, il tuo cuore e i tuoi sensi a Dio. Perciò essi debbono variare secondo che ti trovi più lontano o più vicino a Dio. Vedi? Bisogna che tutto sia subordinato alle necessità vere della tua vita cristiana. Dunque nessun sovraccarico o legame importuno, ma nel tempo stesso nessun disgusto o viltà. I sovraccarichi indicherebbero che tu non sai, e le viltà che tu non vuoi, e sarebbero due sintomi assai gravi, poiché non sapere e non volere sono le due grandi malattie dell'anima. Tu studiati di non avere né l'una né l'altra. Devi formare in te lo spirito di preghiera, dilatare il respiro dell'anima tua. Abbi tanta energia da rendere necessari i rimedi, e tanta saggezza da non pigliarne alcuno che sia inutile. A più forte ragione, abbi tanta prudenza da prenderne alcuno nocivo.
Insomma, quello che deve dominarti, guidarti, eccitarti in tutto, è il bisogno di vita: tu sei fatto per vivere. E sai cosa vuol dire vivere; mi feci premura di dirtelo fin da principio. Se ti preme di vivere, cioè di sviluppare tutto quello che deve essere sviluppato in te, tu saprai pigliare i rimedi ed evitare i veleni. Beato colui che ha l'istinto della vita. E appunto questo istinto io mi studio di formare o di ridestare in te. Tu vedi che non cerco in modo alcuno di soffocarti in una regolarità esteriore; a me non piacciono le mummie per quanto ricche siano le bende in cui sono avvolte. Quello che amo è la vita; quello che cerco è che tu viva; quello per cui m'affatico è farti comprendere la vita. Vedi: la pianta che vive sa discernere da se stessa i succhi propizi alla sua alimentazione. Abbi la vita, e saprai scegliere i rimedi utili alla tua crescenza divina. (continua)