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Critica al finale di "Fringe"

Creato il 09 giugno 2013 da Cristina Petrini @Hex1988
Critica al finale di Lo so meglio tardi che mai. Fringe è ormai finito da parecchio, ma io l'ultima stagione sono riuscita a recuperarla solo ultimamente e ieri sera finalmente ho potuto godere del gran finale.Inutile dire che è stata una serie che ha combattuto strenuamente per rimanere a galla, anche dopo due cancellazioni è riuscita grazie al sostegno dei fan a sopravvivere e vedere il suo finale.Per chi poi segue J.J. Abrams da Alias potrà ben capire la mia agitazione e adrenalina a che livelli fosse e come sempre quest'uomo è riuscito non solo a non deludere le aspettative, ma come sempre colpirmi dritto al cuore e lasciandomi completamente senza fiato.La sua forza è sempre stata, a mio dire, di riuscire a dare un forte e intenso simbolico a quelle che sono state le sue storie. In Alias inizia tutto come una semplice storia di spionaggio, in Lost inizia tutto come la semplice storia di passeggeri che sopravvivono a un incidente aereo e Fringe inizia tutto come la semplice storia di agenti FBI che si occupano di indagini strane.Le storie sono forse anche banali e non particolarmente fantasiose, ma è il valore che ad esse da che le rende uniche. Facevo ieri sera l'esempio della fede cristiana, se noi prendiamo la croce per l'oggetto che è non è che abbia un determinato e preciso valore. Questo lo assume per il significato che assume e per l'importanza che noi gli diamo come l'immagine del sacrificio di Gesù.Paradossalmente è quello che accade anche nei telefilm di Abrams e che in Fringe si concretizza nel tulipano bianco. Perchè visto così cosa mai può voler significare un semplice fiore disegnato su un foglio? Anche in questo caso è il valore che Walter Bishop gli ha dato a renderlo un catalizzatore di emozioni e sentimenti, che sono le stesse di cui veniamo tutti investiti nel momento che Peter Bishop apre la busta e se lo trova tra le mani...Critica al finale di
E' strano come storie così assurde che ci portano a viaggiare tra inventori improbabili, isole misteriose e scienze al limite del reale possano essere riassunte in semplici storie d'amore. Sì, perchè la forza che in esse c'è è sempre quella di questo sentimento unito a quello della famiglia. Fringe è nato con l'amore di un padre che è disposto a fare qualsiasi cosa per riavere suo figlio e finisce con l'amore di un padre che è disposto a sacrificarsi per la felicità di quello stesso figlio.Il concetto torna rindondante anche con Etta e con Michael, perchè sono sempre i figli a dare motore ai padri di agire e di combattere. Per un futuro migliore, per loro...I concetti che questi estrapolati da strani viaggi temporali, linee di realtà multiple e qualsiasi altro strano evento che in Fringe abbiamo incontrato, come in qualsiasi altro telefilm di Abrams va invece a concatenarsi a semplici concetti come speranza, sacrificio e carità. Sentimenti condivisi da tutti i personaggi delle storie di questo creatore. Personaggi non credenti e tanto meno sognatori di un futuro migliore e di un "lieto fine" eppure sono mossi dal sentimento della speranza che li smuove a non smettere di credere, al sacrificio e alla carità che li smuove e che apre loro le porte del beatificazione eterna come ricompensa per tutti i dolori e le perdite subite.I personaggi di Abrams non sono persone buone, perfette e senza macchia, ma proprio per questo hanno in sé tante store da raccontare e da condividere che rendono il viaggio dei telefilm da lui creati qualcosa che va oltre il semplice schermo ed entra fin dentro l'anima.

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