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Critica alla critica: Mamba (1988)

Creato il 14 dicembre 2011 da Soloparolesparse

Nuova puntata di Critica alla critica del nostro Evit.
L’attenzione è su Mamba di Mario Orfini… e sull’entusiastica recensione di Segnalazioni Cinematografiche.

Critica alla critica: Mamba (1988)

Questo abile thriller tiene sempre viva l’attenzione perchè è basato su un’idea abbastanza originale, resa in tempo reale. Il film costruito in modo efficace, combina abili movimenti di ripresa cinematografica con riusciti effetti visivi assai suggestivi.
(Segnalazioni Cinematografiche)

Questi di Segnalazioni Cinematografiche godono nel fare il “Bastian contrario”. Denìgrano film perfettamente ben riusciti e riconosciuti tali sia dal pubblico che dalla critica mentre invece vanno ad elogiare eccessivamente film improbabili e mal riusciti come questo quì, Mamba. Un film italiano di un regista artefice di soli altri tre “capolavori”: Jackpot, L’Anniversario e Noccioline a colazione che nessuno conosce… e a buon ragione. Il film in questione non è né costruito in modo efficace, né combina abili movimenti di ripresa cinematografica con riusciti e suggestivi effetti visivi. E’ invece un filmaccio di ultima categoria che non ha neanche una trama credibile. A quelli di Segnalazioni Cinematografiche Vaticane gli sarà forse piaciuta la parabola cristiana del serpente e della mela (la protagonista viene difatti visualizzata come una “mela” sul monitor del marito assassino). Non basta un’idea originale (la chiamerei “curiosa” più che originale) per fare un film che tiene sempre viva l’attenione, difatti questo film spegne il cervello dello spettatore dopo pochissimi minuti.

Critica alla critica: Mamba (1988)

Il film, già di per se surreale, viene intermezzato da ridicole scene stile video music assolutamente fuori contesto. Non ha neanche trovate originali; difatti ci viene riproposta la classica “visione del mostro” che tra l’altro effettua movimenti assai improbabili per essere un serpente e che viene accompagnata dal solito repertorio sonoro del genere horror trito e ritrito. Il serpente non ha neanche niente di speciale, è un normalissimo mamba senza attributi particolari (non è gigante, non è mutato, niente!)… la protagonista scappa in ogni angolo della mastodontica casa durante tutto il film nonostante il serpente non abbia nessun attributo soprannaturale; bastava chiudersi in bagno e uscire dalla finestra e il film sarebbe finito subito. Per Segnalazioni Cinematografiche è un capolavoro dell’arte.

Critica alla critica: Mamba (1988)


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