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“Critica teatrale: Codici di lettura scenica” di Georgios Katsantonis: da Kant all’attuale critica teatrale

Creato il 04 gennaio 2015 da Alessiamocci

Georgios Katsantonis, esperto di teatro, giovane studioso  di Eduardo, in un breve testo, “Critica teatrale: Codici di lettura scenica“, fa il punto della situazione sull’attuale critica teatrale, interrogando sul tema esperti del settore e facendo riferimento ad illustri del passato da Kant a Francesco De Sanctis.

La parola critica deriva dal greco “krìno” che significa dividere, separare, distinguere, giudicare. Si tratta di un’attività di valutazione di qualsiasi situazione in qualunque contesto.

Fondamentale è per l’appunto il contesto di riferimento, che sempre deve aver presente il critico, perché il suo giudizio sull’opera sia motivato e ben strutturato, per quanto non esistano parametri oggettivi di valutazione.

La critica teatrale non è defunta, ha solo cambiato connotazione e luogo dacché l’avvento del web fa sì che molti si improvvisino recensori emettendo giudizi di assoluta incompetenza, ma altrettanti si rivelino lettori attenti, appassionati, documentati ed esperti. Il teatro non può sottacere tale nuovo approccio al giudizio, con l’ambizione e il coraggio di governare il cambiamento, senza averne paura né evitarlo.

Critico degno  di tal nome è quello che avvicina al teatro chi non si è mai confrontato con esso, parlando un linguaggio accessibile al grande pubblico, senza mascherarsi con stilemi forzatamente culturali, pur avendo in suo possesso cultura e conoscenza del testo e contesto di riferimento, sì da fornire riscontro all’autore del testo teatrale, al regista, agli attori e a tutta l’equipe.

La critica teatrale è il ponte tra il teatro e la società, tra il lavoro degli artisti e lo sguardo dello spettatore, avendo  ben chiare le dinamiche attuali del teatro contemporaneo, gli stimoli su cui si sviluppa, gli organi che gli ruotano attorno, le scuole drammatiche di formazione professionale, gli enti preposti allo sviluppo di tutta l’attività teatrale, i suoi studiosi e tutti i più significativi critici.

Ma anzitutto deve essere un esperto di semiotica del testo, vale a dire essere in grado di riconoscerne i segni, a partire dallo strutturalismo di De Saussure, per transitare attraverso quello praghese, il sistema pluricodice della performance e i tredici punti del polacco Kowzan.

Questo testo si rivolge quindi ai critici teatrali, (perché no?) anche letterari i quali diventino responsabili e non emettano facili e insensati giudizi senza sviluppare una competenza specifica.

Oggi molti -troppi- si definiscono critici , ma si sia chiaro che si tratta spesso di un millantato credito, mentre critico è colui che si destreggia con abilità tra i diversi codici semiologici che si intersecano durante uno spettacolo teatrale.

Interrogando così antichi e moderni tutti convergono nella necessità di competenze specifice testuali, ipertestuali, semiologiche, filologiche e storiche. Il che a mio avviso vale anche in ambito letterario.

 

Written by Giovanna Albi

 


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