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La trama (con parole mie): siamo nel cuore del Midwest americano, in una piccola cittadina dove vive la famiglia Brown. In fuga da cacciatori intergalattici, un gruppo di curiosi predatori dalla dentatura da record precipita proprio nella stessa località seminando il panico e lasciando sulla sua strada distruzione e morte.Quando due bounty hunters venuti dallo spazio giungono per imprigionare i piccoli mostri, troveranno proprio nei Brown, bersaglio dei Critters - questo il loro nome - alleati insoliti quanto preziosi.A suon di bombe fatte in casa e fucili laser, ovviamente, la minaccia verrà debellata e per il giovane Brad si realizzerà una sorta di sogno ad occhi aperti.
Parlare della mia infanzia e delle giornate d'estate passate a fare la spola tra casa Ford e la videoteca di Paolo riesce sempre a mettermi di buon umore, quasi il racconto avesse il potere di riportarmi ai tempi in cui tutto era magico e decisamente più facile di ora, e la stessa settima arte pareva piegarsi al volere della meraviglia e dell'incanto: guardato in questo nuovo millennio dell'età adulta e delle innumerevoli crisi economiche, un film come Critters raschia senza troppi problemi il fondo del barile dei b-movies, considerato l'infimo livello di quasi ogni suo aspetto - tecnico, recitativo, legato alla memoria dell'audience -, eppure allora, in compagnia di mio fratello, devo averlo visto qualcosa come un migliaio di volte, spinto dal fascino della vita in una fattoria nel cuore degli USA, delle bombe costruite in casa dal giovane protagonista Brad - non sto neppure a dirvi quali esperimenti tentai di compiere con gli strumenti che potevo avere in un appartamento milanese per tentare anche io la strada del piccolo bombarolo, ovviamente senza successo - e dall'impatto dei due cacciatori extraterrestri giunti in un angolo di questo mondo per assicurare ad una sorta di Giustizia galattica i terribili pupazzetti dentati protagonisti di uno dei film obiettivamente più brutti degli anni ottanta.Ricordo ancora l'esaltazione nel vedere uno dei due poliziotti mutaforma appena citati scegliere di prendere le sembianze del rocker Johnny Steele - omaggio palese al metal parruccone di quel periodo - con tanto di brano musicale del suddetto che registrai su un'audiocassetta dal video della vhs ed ascoltai a ripetizione con il mio primo walkman, o il brivido di ogni singola esplosione causata dagli ordigni preparati da Brad: un tripudio per gli occhi ed il cuore.Ovviamente, una proposta del genere oggi non riesce neanche per scherzo a rendere l'idea della magia di allora trasformandosi in un'indecente baracconata con mostri che finiscono per essere poco più di peluche malfatti ed un'atmosfera che vorrebbe, nei suoi desideri più reconditi, mantenersi ai livelli di quella di Gremlins o Tremors, chiaramente senza successo.Ad ogni modo, non riesco a voler male a quello che è stato uno dei miei cult d'infanzia, tra rock tamarro, deflagrazioni, atmosfera da provincia profonda e fucili laser che allora avrei dato davvero tutto per avere.In tutta onestà, al contrario dei miei tanto amati action, non potrei davvero consigliarvi il recupero di un titolo di questa fattura, eppure dovesse capitarvi in tv, o in una serata trash passata con gli amici, in the mood for molte risate o molto, molto alcool, allora il discutibile lavoro di Stephen Herek potrebbe assumere significati insolitamente nuovi.O riportarvi indietro ad un tempo in cui tutto era davvero più semplice.
MrFord
"Day after day
I watched love fade away
I wanted love to stay
day after day
the games we played
the foolish things we say
the pain won't go away
day after day."Ozzy Osbourne - "Time after time" -
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