Inchiesta sul Lirico, la versione del sindaco Zedda davanti al pm – Negli interrogatori il primo cittadino parla di pressioni politiche e dice: Regione e ministero sapevano
«Ho nominato Marcella Crivellenti sovrintendente del Teatro Lirico» perché «la conoscevo e sapevo essere idonea». L’incontro era avvenuto «anni prima», quando lei «si occupava della produzione di spettacoli» e lavorava «con i maggiori registi al mondo, da Zeffirelli a Kiarostami». Prima di affidarle l’incarico fu avvisato «Salvo Nastasi, direttore generale del ministero della Cultura, il quale me la descrisse affidabile e titolata». In definitiva, il sindaco «nominato sull’onda del rinnovamento» ha puntato su una giovane donna «e la fiducia riposta in lei trova conforto nel bilancio».
DAL PM Davanti al pm Giangiacomo Pilia che lo interroga quale indagato per abuso d’ufficio, il sindaco Massimo Zedda con gli avvocati difensori Giuseppe Macciotta e Fabio Pili spiega così le ragioni che l’avevano spinto a non tener conto della manifestazione di interesse da lui stesso bandita per quell’incarico nel maggio 2012 («revocata senza provvedimento motivato», c’è scritto nell’atto di chiusura dell’inchiesta), scavalcare i 44 curricula arrivati in Municipio e decidere di affidarsi all’ex addetta alla biglietteria che neanche aveva presentato domanda per quel posto. Per quella iniziativa il primo cittadino è accusato di aver «procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale» alla manager barese, di aver «perseverato insistentemente nell’opera di convincimento» nonostante «le riserve e le rimostranze di alcuni membri del cda» e di aver operato «forti pressioni sugli altri membri del cda affinché la nomina risultasse condivisa all’unanimità».
LA RICHIESTA Nei due appuntamenti dell’8 febbraio e del 26 novembre 2013, Zedda spiega al pm di aver conosciuto Crivellenti nel febbraio 2009, presentatagli «da Claudio Fava ( coordinatore nazionale di Sel, partito del primo cittadino ), per il quale lei organizzava gli spettacoli». Durante la campagna elettorale del 2011 scambiai varie mail con lei», poi «eletto sindaco ci siamo sentiti diverse volte. Le chiedevo del Teatro», aveva lavorato «come assistente al Sovrintendente e responsabile della biglietteria». Per il posto di sovrintendente arrivarono molte richieste, tutte «da correnti politiche. Ricevetti anche un sms da un dipendente del Lirico, tale Cecalotti, che mi chiedeva di nominare tale Pinamonti». Quindi, ecco la decisione: «Nominare una persona di mia fiducia». Chiese a Crivellenti «di mandare il curriculum prima della manifestazione di interesse ma lo mandò dopo», e anche «se volesse fare il sovrintendente». Ma «non se la sentiva per i rapporti conflittuali interni al teatro».
L’INCARICO Erano arrivate 44 manifestazioni di interesse. «Qualcuno aveva i requisiti necessari» ma «non dava garanzie di affidabilità» perché «in precedenti gestioni di enti analoghi aveva causato gravi danni». Anche Nastasi, che vide la lista, disse che c’erano idonei «come Mauro Meli, forse Vaccari e Fanni», ma in altre occasioni «non avevano ottenuto brillanti risultati e non era opportuno considerarli». Alcuni «data la forte connotazione politica non avrebbero risposto al presidente della Fondazione ma al partito di appartenenza e il Teatro sarebbe stato ingovernabile sotto il profilo economico». Suggerimenti dei quali furono informati «i consiglieri Contu, Serci e Arru», i quali «dissero che se avevo il benestare del ministero anche loro erano d’accordo». Così Zedda diede «dieci giorni al cda per esaminare i curricula». In quel lasso di tempo «sentii Marcella e le chiesi se fosse disponibile a fare la Sovrintendente. Mi disse sì. Chiesi a Nastasi se un candidato con quelle qualità potesse ricoprire l’incarico. Rispose di sì». Tirò fuori il nome il primo ottobre 2012. Il consigliere «Gualtiero Cualbu era contrario», ma «dopo sei ore di discussione si votò all’unanimità per Crivellenti. I quattro consiglieri contrari avevano la maggioranza del consiglio e potevano impedirlo», invece «non chiesero mai formalmente di mettere in discussione la revoca in autotutela».
BAGGIANI Sulla seconda contestazione, che riguarda la revoca del consigliere di amministrazione Giorgio Baggiani, sostituito da Zedda il 17 dicembre 2012 con Corrado Cabras (per il pm era stato provocato un danno ingiusto), il sindaco spiega che Baggiani «era stato nominato dal sindaco precedente ( Emilio Floris ) quattro giorni prima del ballottaggio per l’elezione del nuovo primo cittadino. Una nomina inopportuna, per farlo insediare ricevetti pressioni dai socialisti». Inoltre «scoprii che era oggetto di attenzione su presunte irregolarità nella gestione della scuola civica di musica ( è indagato per abuso d’ufficio ). In futuro avremmo potuto avere un contenzioso con lui, come effettivamente si è verificato, e nel contempo averlo rappresentante del Comune nel Teatro. Quindi la candidatura fu revocata». Fu nominato Cabras perché «persona di mia fiducia, laureato in economia e commercio e coi requisiti per l’incarico. È esperto di musica e teatro». Infine le polemiche sulla buonuscita all’ex sovrintendente Gennaro Di Benedetto, che nell’aprile 2012 aveva ottenuto 203 mila euro per lasciare il posto: inizialmente il ministero protestò, poi dopo la nomina di Crivellenti lo stesso Nastasi disse: «Mi fa molto piacere: è una persona giovane, è una donna. Ci voleva». E le polemiche terminarono. «La risoluzione del contratto di Di Benedetto è stata presa all’unanimità dal cda sulla base del parere dell’avvocato Eligio Pinna», ha detto Zedda al pm. Che alla fine ha chiuso l’inchiesta contestandogli l’abuso d’ufficio.
Andrea Manunza
FONTE: Unione Sarda
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