Segnalata prima con una telefonata di raccomandazione dell’ex sottosegretario Gianni Letta all’allora sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari Maurizio Pietrantonio, poi in una missiva che rimarcava “non si dimentichi della Crivellenti”. È stato lo stesso Pietrantonio, nel corso dell’udienza davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Cagliari, a raccontare come si arrivò alla nomina di Marcella Crivellenti quale responsabile del Teatro Lirico di Cagliari, qualche anno prima che diventasse la nuova sovrintendente.
“Quando ci fu la possibilità – ha detto – la assunsi con un contratto adatto al suo profilo curricolare, al minimo tabellare. In precedenza ebbi una telefonata dal dottor Gianni Letta che mi disse che poteva essere utile al teatro”.
L’ex sovrintendente per sette anni, oggi è stato uno dei testimoni al processo contro il sindaco del capoluogo sardo, Massimo Zedda, accusato – in qualità di presidente della Fondazione – di abuso d’ufficio per la nomina alla guida dell’ente lirico di Marcella Crivellenti. Nomina poi annullata dal Tar perché illegittima.
In precedenza, stamani hanno testimoniato Silvia Spano (viola di fila) e Luisa Sclocchis, impiegata al lirico dal 2009 al 2011 con un master. “Ho saputo da Pietrantoni – ha ribadito – che la Crivellenti era stata segnalata da Gianni Letta con una telefonata per un posto da direttore generale. Ma il soprintendente l’aveva assunta con un ruolo minore perché non riteneva avesse le competenze”.
Sentito come testimone d’accusa anche Marco Faelli, direttore del coro dal 2011 al 2014. Il sindaco Zedda è accusato di aver introdotto la candidatura della Crivellenti fuori dai criteri del bando emanato dalla Fondazione che presiedeva, nonostante fossero arrivati i curriculum di 44 candidati alla carica di sovrintendente. Il primo cittadino era presente in aula accanto ai difensori Giuseppe Macciotta e Fabio Pili. 17/12/2015
Fonte: ANSA
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