E la Croazia è il ventottesimo Paese membro dell’Unione Europea. Dopo un lungo e travagliato percorso di adesione finalmente Zagabria si è decisa lasciandosi alle spalle, con il referendum di ieri, i fantasmi del nazionalismo. I croati, chiamati a votare sulla ratifica dell’adesione all’Unione, hanno detto “sì” al 66% (il referendum non aveva un quorum). L’astensione è stata del 44%, un dato da non sopravvalutare. E’ “un chiaro segnale per tutta la regione sudorientale dell’Europa” hanno dichiarato i presidenti della Commissione e del Consiglio dell’Unione, José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, in un comunicato congiunto dopo il referendum di ieri in Croazia. Il riferimento, neanche troppo velato, sembra alla Serbia che, chiusa nei suoi deliri kosovari, si allontana sempre di più dall’Europa.
Da domani c’è la crisi economica da affrontare, la disoccupazione, la produttività al palo. Ma Zagabria non sarà più sola, almeno si spera, se l’Unione (ri)troverà quella necessaria solidarietà che sola può risollevare il continente.
Del lungo e difficile percorso di adesione croato, e delle sue contraddizioni, abbiamo scritto qui, a firma di Nicolò de Fanti:
La lunga strada verso l’Unione Europea /1 – Dall’indipendenza al primo governo Sanader (1990-2003)