Domani la Croazia sarà chiamata a ratificare, attraverso un referendum, l’adesione all’Unione Europea. Un passo importante per il Paese che vent’anni fa ha conquistato l’indipendenza e che dopo un lungo percorso, carico di contraddizioni, è giunto all’appuntamento europeo con un certo ritardo rispetto a quanto preventivato. Oggi l’Unione Europea ha perso molto del suo appeal, preda di una crisi economica senza precedenti, severa fino all’eccesso con le economie meno stabili, non accende più i sogni di benessere e prosperità dei cittadini croati come in passato. Un passato caratterizzato prima dal nazionalismo di Tudjman (che rifiutò di entrare nel Gruppo di Visegrad i cui mebri, oggi, sono già tutti nell’Unione) poi dall’euro-opportunismo di Sanader.