"La novità - scrive Toè - potrebbe avere degli effetti sull'equilibrio della regione, soprattutto in Bosnia Erzegovina, dove proprio la questione dei diritti dei croati bosniaci è stata una delle più delicate della scorsa legislatura, in particolar modo in relazione alla sentenza della Corte Europea sul caso Sejdić-Finci e sulla necessità (ormai non più rinviabile) di rivedere gli accordi di pace di Dayton, che buona parte dell'opinione pubblica e della comunità internazionale ritiene superati".
Stando alle dichiarazioni di Grabar Kitarović, l'impressione è che la Croazia cerchi di ritagliarsi un ruolo da protagonista nelle questioni bosniache, anche se esiste la possibilità che la nuova presidente croata stia semplicemente facendo della retorica: "Molto probabilmente, occorrerà attendere i prossimi mesi per capire quale sarà l'impatto effettivo del cambio al vertice dello stato croato", conclude Rodolfo Toè.
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