Questa parte della corrispondenza di Marina Szikora che riportiamo qui di seguito è quindi, per forza di cose, limitata alle previsioni alla vigilia del voto, rimandando alla successiva puntata per le analisi dell'esito del voto e delle sue conseguenze.
Kolinda Grabar-Kitarovic e Ivo Josipovic
Come abbiamo gia' detto subito dopo il primo turno svoltosi lo scorso 28 dicembre, a sorpresa di tutte le precedenti previsioni, l'attuale presidente e candidato per il secondo mandato, Ivo Josipovic, la cui candidatura gode dell'appoggio dell'attuale coalizione governativa, in tutto di 17 partiti, ha vinto con una percentuale sottilissima contro la seconda arrivata dei quattro candidati che c'erano in gara. La sua sfidante al ballottaggio quindi e' la candidata del maggiore partito di opposizione, HDZ, Kolinda Grabar Kitarovic gia' ministro degli esteri del governo Sanader e attualmente vice del segretario generale della NATO per la diplomazia pubblica. In questa corrispondenza dunque, soltanto le previsioni, le analisi ovvero i commenti di una parte dei media internazionali a questo voto per il sesto mandato del presidente della Croazia dalla sua indipendenza. Si parla del voto piu' imprevedibile nella storia del Paese.In Bulgaria, ad esempio Euinside scrive che in Croazia soffiano venti di cambiamenti e si afferma che le elezioni presidenziali in Croazia del fine anno hanno dato alcune sorprese e molto materiale per le analisi e riflessioni. La piu' grande sorpresa e' il fatto che per quanto riguarda il primo turno delle elezioni ha profittato il piu' giovane candidato nella storia del paese, il 25enne Ivan Vilibor Sincic. Lui e' riuscito a sconfiggere tutte le previsioni ottenendo 16,42 per cento di voti e questo grazie all'aiuto di una modestissima somma di danaro. (…) La seconda sorpErsa, scrive il media bulgaro, e' che Kolinda Grabar Kitarovic, candidata dell'HDZ dalle fila della destra, ha ottenuto quasi lo stesso numero di voti come l'attuale presidente Ivo Josipovic. (…) Ma dietro questi dati si nascondono relazioni piu' coplesse, si dice in questo commento e si afferma che la Croazia e' matura per i cambiamenti ma la domanda e' a quali cambiamenti. Lo scorso anno per la Croazia e' stato cruciale, scrive 'Euinside' e precisa che sono crollate le illusioni che la crisi economica del paese sia uno scombussolamento temporaneo che passera' appena migliorera' la situazione economica nei paesi della zona euro ed e' stato confermato che si tratta di un problema sistematico. Per questo motivo le questioni chiave nella campagna elettorale sono state quelle economiche.
L'arrivo di Ivan Vilibor Sincic sulla scena politica e il grande appoggio che ha ottenuto e' il risultato di una prolungata recessione dell'economia croata. Questo candidato fa pensare a Beppe Grillo in Italia o Aleksis Cipras in Grecia, si legge nell'articolo bulgaro. Sincic non ha pero' escluso completamente la possibilita' di una futura coalizione con uno degli attuali partiti prima o dopo le elezioni per il prossimo parlamento a fine anno, ma e' chiaro che ha dichiarato che non collaborera' con nessuno di quelli che non appoggiano la sua richiesta per la sovranita' monetaria... Lui si impegna per la “deprivatizzazione” del denaro, il che comporta l'utilizzo dei meccanismi dello stato e della Banca nazionale croata HNB per la produzione del denaro. Va detto pero' che il riferimento da parte di questo neo politico croato all'Accordo di Maastricht e' strano perche' l'accordo e' stato approvato nel 1992 ed ha stabilito le regole fiscali che poi sono state le basi per la comune valuta europea. L'accordo e' valido soltanto per gli stati membri dell'Unione ma all'epoca la Croazia non ne faceva parte e non era nemmeno nel corso dei negoziati di adesione, scrive 'Euinside'. Sincic ritiene perfino che la Croazia dovrebbe rinunciare alla sua membership alla NATO poiche', come afferma, la NATO e' soltanto “una mano allungata dell'imperialismo americano”. Se Sincic ripetera' questo successo anche a fine anno, si afferma nell'articolo, saranno brutte notizie per l'economia croata perche' il Paese entrera' nella fase di instabilita' politica. Queste pero', secondo 'Euinside' , potrebbero essere buone notizie per Putin il quale potrebbe guadagnarsi l'influenza in un altro paese balcanico (dopo averlo fatto in Serbia). La grande differenza sta nel fatto che la Croazia produce il petrolio e il gas naturale sforzandosi terribilmente ad evitare le ambizioni della Gazprom relative a questi energetici nell'Adriatico.
Sulla candidata e ministro degli esteri nel governo di Ivo Sanader, Kolinda Grabar-Kitarovic che poi e' diventata vice del segretario generale NATO per la diplomazia pubblica, 'Euinside' scrive che il suo risultato si dovrebbe considerare come un risultato dell'HDZ e non come un suo successo personale. Grabar Kitarovic in gran misura si affianca ai veterani croati e invita perfino nel suo futuro team di consiglieri gli ex generali. Una mossa significativa nel momento in cui una parte dei veterani sta manifestando da mesi nel centro di Zagabria richiedendo le dimissioni del ministro dei veterani a causa di alcune dichiarazioni sue e del suo vice di alcuni mesi fa, spiega questo articolo. Inoltre, Grabar Kitarovic crede che la Bosnia Erzegovina ha bisogno di cambiamenti costituzionali che potrebbero garantire l'uguaglianza dei tre popoli costituenti. In pratica cio' significa nuovi negoziati sull'attuale struttura dello stato che e' composto di due entita' – la Repubblika Srpska e la Federazione di Bosnia-Erzegovina. L'HDZ gia' da tempo si impegna per il diritto dei croati in Bosnia ad una loro, quindi terza entita'. Si rileva qui che il problema dell'HDZ sta nel fatto che si tratta del primo partito che ha ricevuto una sentenza di primo grado per corruzione il che ha provocato pesanti problemi finanziari in vista delle elezioni europee perche' i conti del partito erano bloccati. Al partito ha danneggiato pesantemente il fatto che il suo ex presidente e premier croato Ivo Sanader e' stato il primo premier nella regione ad essere condannato per corruzione e abuso di ufficio.
Sul candidato Ivo Josipovic l'articolo scrive che l'attuale presidente rappresenta tutto quello che i leader dell'Ue stanno sognando – un sincero credente nell'Unione e nei suoi valori, un liberale con posizioni progressiste sul futuro del suo paese nell'Ue. (…) Al centro della sua campagna, il presidente Josipovic ha posto le riforme costituzionali. Tra queste il nuovo ordinamento territoriale che garantira' la regionalizzazione e la decentralizzazione, un maggiore livello di democrazia con forti elementi di democrazia diretta, maggiore responsabilita' dei funzionari dello stato nonche' protezione piu' consistente dei diritti umani, costituzionalmente garantiti. Il programma di Josipovic, scrive 'Euinside', e' molto equilibrato e con buoni argomentazioni. Tutto gira intorno alla necessita' di cambiamenti politici come base della ripresa economica. Il punto piu' debole e' proprio quello che gli imputano gli avversari – il fatto che in cinque anni del suo mandato non ha promosso questi cambiamenti. La risposta di Josipovic e' che durante il primo mandato ha accumulato esperienza. (…) Per quanto riguarda la politica estera dell'attuale presidente, l'articolo bulgaro rileva il fatto che Josipovic crede che la Croazia dovrebbe appoggiare la Macedonia a fin che questo paese possa fare un passo decisivo verso l'Ue. A differenza di questa posizione, l'articolo osserva che nel caso della Serbia, Josipovic evita di parlare delle relazioni dirette tra i due paesi e si concentra invece sulle relazioni tra la Serbia e il Kosovo come precondizione per il progresso.
Dall'inizio dell'indipendenza della Croazia del 1991, si tratta sempre della sinistra contro la destra, scrive il 'Wiener Zeitung' austriaco. Il capo del governo e del Partito Socialdemocratico, Zoran Milanovic avverte gli elettori di non votare per la candidata dell'HDZ perche' simboleggia la grande corruzione. Grabar Kitarovic in effetti e' stata davvero ministro degli esteri (2005-2008) nel governo di Ivo Sanader il quale a causa della corruzione si trova a scontare una pena carceraria di dieci anni, scrive il giornale viennese. L'HDZ e la loro candidata accusano i socialdemocratici di essere incapaci e che con la corruzione stanno distruggendo l'economia nazionale e irresponsabilmente indebitano il Paese. E' vero che negli ultimi cinque anni e' stato perso ogni quinto posto di lavoro. Per questa ragione Josipovic preferisce distanziarsi dai suoi socialdemocratici e si presenta come indipendente e un candidato senza appartenenza di partito, prosegue il giornale viennese. Ma va altrettanto rilevato che il presidente, secondo la costituzione, ha dovuto dimettersi dal partito nel momento in cui e' stato eletto presidente. Secondo molti analisti e quindi anche secondo il 'Wiener Zeitung' alla fine decisivi saranno i voti dei sostenitori dell'innaspettato candidato Ivan Sincic, provocatore dei cittadini convenzionali. La maggior parte dei suoi sostenitori molto probabilmente questa volta rimarranno a casa, prevedono i sondaggi dell'opinione pubblica. Infine, l'agenzia di stampa tedesca, DPA per via del suo corrispondente analizza la situazione in vista del ballottaggio e scrive che in Croazia tutto e' come sempre. Nel piu' giovane stato membro dell'Ue si confrontano senza pieta' due blocchi politici senza rinunciare anche ai colpi bassi.