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Croazia: meta' degli elettori hanno eletto la prima presidente donna
Creato il 19 gennaio 2015 da Pasudest46 anni, già ministro degli Esteri nel governo di Ivo Sanader, Grabar-Kitarovic è diventata per una manciata di voti (50,5% contro 49,5%) la prima donna eletta presidente in Croazia e la prima esponente dell'HDZ a diventare capo dello stato, se si eccettua il “padre della patria” Franjo Tudjman.
Nonostante sessantamila schede nulle e l'esigua differenza con la sua sfidante, il presidente uscente ha subito riconosciuto la sconfitta e ha incontrato la neoeletta per concordare il passaggio dei poteri facendo sapere che fino alla fine del suo mandato, il prossimo 18 febbraio, non firmera' nessun atto importante.
Lo staff dell'ormai ex presidente ha fatto sapere inoltre che Josipovic intende riprendere il suo lavoro come professore di diritto penale all'universita' di Zagabria, come aveva dichiarato dopo la sua elezione. Molti nel suo entourage e moltissimi sostenitori sperano pero' che Josipovic non lasci la politica attiva e che diventi il punto di riferimento della sinistra croata continuando la realizzazione del suo programma politico.
Qui di seguito la trascrizione della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 18 gennaio a Radio Radicale, con un ampio panorama dei commenti e delle analisi apparsi in questa settimana sulla stampa di vari Paesi della regione.
C'e' molto da dire e ci sara' molto da analizzare per quanto riguarda l'esito di queste seste elezioni presidenziali in Croazia, quelle sicuramente piu' incerte e movimentate dall'indipendenza del Paese e che hanno rappresentato una sconfitta amara e sicuramente inaspettata per il presidente uscente Ivo Josipovic, per ben cinque anni il politico piu' popolare e apprezzato in Croazia. Una sconfitta sorprendente e dolorosa visto che Josipovic, fin dal momento in cui assunse l'incarico di capo dello stato, in tutti i sondaggi e' stato sempre nettamente al primo posto come popolarita' e come gradimento nel Paese, e fino all'ultimo è stato in testa ai sondaggi di questa competizione elettorale. Ma con l'avvicinarsi del momento decisivo, il ballottaggio dell'11 gennaio, il suo vantaggio rispetto alla sfidante Kolinda Grabar Kitarovic è diventava sempre piu' sottile e minima, fino a tramutrasi in una sconfitta.
Adesso ci vorra' del tempo per fare il punto della situazione, per capire che cosa e' veramente successo, che cosa e' andato storto, il perche' di questa sconfitta e di questo risultato. Alcuni mesi fa, erano pochi ad aspettarsi che la Croazia avrebbe avuto per la prima volta una donna come Presidente. Kolinda Grabar Kitarovic, che verra' insediata il prossimo 18 febbraio quando formalmente finirà il mandato di Ivo Josipovic, si associa alla lista delle donne di spicco nella politica croata. Ricordiamolo, l'attuale governo socialdemocratico di Zoran Milanovic ha prerso il posto di quello precedente dell'HDZ con l'ex premier Jadranka Kosor, arrivata a capo del governo dopo le dimissioni di Ivo Sanader, l'ex premier e leader dell'HDZ, attualmente in carcere per gravi crimini di corruzione e abuso di ufficio.
Nessun dubbio che questo esito elettorale ha scatenato subito reazioni della stampa e dei media anche internazionali.
I commenti e le analisi della stampa tedesca
“Un po' di scambio di potere e nient' altro”, cosi' il “Die Welt” tedesco ha intitolato il suo commento rilevando che la conservatrice Kitarovic e' la nuova presidente della Croazia e che non e' probabile che lei possa offrire ai croati un nuovo orientamento. All' incarico di presidente l'ha portata l'insoddisfazione con l'attuale governo. Il giornale tedesco osserva che la Croazia necessita di un presidente con la forza e volonta' di superare il malato modo di pensare in cui vi sono soltanto amici e nemici. Pero' uno o una tale non c'erano. Tuttavia, “Die Welt” scrive che la conservatrice Kolinda Grabar Kitarovic non e' sicuramente una estremista, che non la si puo' accusare di nessun tipo di sentimento antieuropeo e aggiunge che l'abile diplomatica e' arrivata a questo incarico grazie all'insoddisfazione con l'insuccesso del governo socialdemocratico. Al di sopra dei partiti, cosi' come stabilito dalla Costituzione, in Croazia non vi esiste. Nel suo tentativo di arrivarci, il presidente uscente, Ivo Josipovic e' arrivato sempre fino a trovarsi tra le due sedie. Come unica possibilita' per la vittoria gli rimaneva alla fine di lasciarsi ad un grande ma povero scambio di botte. Il calcolo era sbagliato, osserva il giornale tedesco e aggiunge che quando tra un anno si dovra' votare il nuovo parlamento, il contenzioso sara' ancora piu' aspro.
“Die Welt” afferma che la crisi e' profonda e non si puo' affrontare soltanto con dati economici. Nemmeno venti anni dopo la fine della guerra, la nazione non ha trovato se stessa. La destra senza esitazioni si prende il diritto di definire quello che e' croato e quello che non lo e'. Colui che non e' conservatore e la domenica non va in chiesa, secondo la loro opinione non e' un vero croato ma in effetti un jugoslavo, quindi nemico. All'HDZ, fondata come una avanguardia della nazione, il partito e lo stato sono ancora tutt'uno. Un fenomeno di accompagnamento di questa simbiosi e' la corruzione....La corruzione e' stato quello che ha cacciato via questo partito dal potere tre anni fa. Il Partito Socialdemocratico e il Partito Liberale che da allora governano ne erano felici. Pero' non hanno avuto il coraggio di fare i conti con i fantasmi dell'HDZ – ad esempio che i croati erano sempre in opposizione verso la Jugoslavia comunista, che sono “puliti” oppure che la minoranza serba nel Paese era quella che aveva trasformato un paese del tutto occidentale in orientale. Il compito del Presidente doveva essere quello, come anche del suo predecessore Stipe Mesic, di continuare a correggere l'immagine storica sbagliata della Croazia. Ma per paura di non diventare l'uomo senza patria, dopo i suoi primi tentativi, Josipovic ha iniziato a girare e indebolire. … la vera radice del male e' rimasta intatta, e' stata persa l'occasione che la lotta per le pure fondamenta dello stato e governo, insieme con l'opposizione diventino un compito nazionale. E infine, i socialdemocratici con questo chiudevano sistematicamente gli occhi di fronte alla corruzione delle proprie basi, conclude il “Die Welt” tedesco.
Il 'Die Presse' austriaco scrive invece che dopo la vittoria della candidata dell'HDZ alle elezioni presidenziali, questo partito di opposizione della destra spera ad un ritorno al potere e il governo si trova sotto pressione. Rileva inoltre che alla festa della vittoria elettorale si sentivano ancora i toni delle canzoni patriottiche mentre la futura presidente, Kolinda Grabar Kitarovi, poco dopo mezzanotte si e' recata alla sua “prima visita ufficiale” ai veterani di guerra che si trovano a campeggiare davanti al Ministero della difesa di Zagabria da oltre due mesi...”Avete patito a lungo. Vi capisco. Continueremo laddove si era fermato il nostro primo presidente croato Franjo Tudjman, ha citato il giornale austriaco le parole della neoeletta presidente croata. Precisa che con una sottile precedenza di poco oltre 32.000 voti l'ex ministro degli esteri nominata dall'HDZ ha vinto al ballottaggio contro l'attuale presidente Ivo Josipovic. Alla felicita' almeno dei seguaci dell'HDZ dopo la vittoria della figlia risoluta di un macellaio, il tempo come se fosse tornato due decenni indietro. Il partito che per anni era al potere e che dopo l'arresto dell'ex presidente coinvolto nella corruzione, Ivo Sanader nel 2010 e le elezioni perse nel 2011, adesso vede nuovamente la sua chance. Dalla parte degli sconfitti si medicano le ferite. Dopo la sconfitta della loro speranza, Ivo Josipovic, il governo del centro sinistra dell'impopolare premier Zoran Milanovic si trova ancora sotto maggiore pressione.
Il nuovo arrivato stato membro dell'Ue sembra piu' diviso che mai prima dal 1990. La futura capo dello stato ha detto dopo la vittoria per educazione di voler essere la presidente di tutti i croati. Ma molto probabilmente, fino alla fine dell'anno ci sara' l'escalation della lotta elettorale tra l'opposizione di destra e il governo di sinistra, spiega il giornale austriaco. Il perdente Josipovic ha tentato dopo la sconfitta, che solo pochi mesi fa sembrava del tutto poco probabile, di mantenere l'atteggiamento di un vero capo di stato. “Abbiamo avuto una lotta e confronti difficili, ma la democrazia ha vinto” ha detto Josipovic nel suo intervento aggiungendo che “la signora Grabar Kitarovic ha vinto ad una competizione democratica e per questo mi congratulo con lei”. In questo articolo si conclude che gli analisti della stampa locale non credono ad un ritiro definitivo dalla scena politica del professore di legge. Ci sono voci del Partito Socialdemocratico che dicono che Josipovic tornera' a far parte del Partito Socialdemocratico e ha “grandi progetti”. “La politica e' la sua vita e dopo le elezioni parlamentari tentera' di prendere la leadership del partito da Milanovic”.
Le reazioni della stampa serba
'Vecernje novosti' della Serbia, scrivono che non e' ancora certo se il presidente Tomislav Nikolic partecipera' all'inaugurazione della neoeletta presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic e che la decisione in merito verra' presa quando arrivera' l'invito. Ai media serbi ha dato grande fastidio il fatto che nel suo primo intervento dopo la vittoria, Kolinda Grabar Kitarovic ha annunciato che lottera' affinche' i diritti delle minoranze in Croazia siano ancora maggiori, ma che non chiedera' niente meno peri Croati in Serbia, Vojvodina e altri paesi vicini. Secondo gli analisti serbi, questa separazione della Vojvodina dalla Serbia non e' casuale. Si tratta, affermano, di una vecchia prassi di separazione della regione autonoma Vojvodina dalla Serbia e aggiungono che il tentativo di indipendenza della Vojvodina sia un progetto tedesco sin dagli anni cinquanta nel quale ogni tanto si inserisce anche la Croazia. I media serbi osservano che Zagabria di sicuro sollevera' tutte le questioni che possono condizionare il cammino della Serbia verso l'Ue, a partire dai confini fino alle minoranze. Infine, questo giornale serbo rileva che appena arrivati i risultati elettorali vincenti, la neoeletta presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic si e' recata subito alla tenda dove protestano i veterani croati e ha mandato il messaggio che la Croazia non si collochera' piu' “nella regione”(balcanica).
Tuttavia, in base a quello che diceva durante la campagna, non e' del tutto chiaro se la prima donna di Pantovcak cambiera' rotta che verso i serbi e la Serbia teneva Ivo Josipovic. La presidente del Fondo di Belgrado per l'eccellenza politica, Sonja Liht non crede che ci saranno dei condizionamenti piu' seri da parte di Zagabria nei confronti di Belgrado e si dice convinta che Grabar Kitarovic continuera' una politica simile a quella del suo predecessore. E il leader dei serbi in Croazia, Milorad Pupovac afferma per “Novosti” che le relazioni tra Croazia e Serbia dopo la vittoria di Kolinda Grabar Kitarovic non saranno sicuramente migliori. Ha detto di aspettarsi che esse saranno ulteriormente appesantite e che la scena politica croata si inasprira' se la nuova presidente inclinera' soltanto verso una parte il che sara' male sia per la Croazia che per le relazioni in questo paese.
Le elezioni presidenziali croate sulla stampa ungherese
In un altro paese vicino, l'Ungheria, tra gli articoli, in quello del quotidiano 'Magyar Hirlap', si legge che la differenza tra Grabar Kitarovic e Ivo Josipovic e' sulla lingua della statistica, in percentuale trascurante, tuttavia per Kolinda Grabar-Kitarovic hanno votato 32.435 elettori in piu' rispetto al suo sfidante.Il giornale ungherese aggiunge che le prime, forse non troppo riflettute e forse nemmeno troppo fondate parole della futura presidente nell'euforia del trionfo dimostrano bene quale sara' la direzione che si puo' aspettare nella piu' alta politica croata. E questo non solo per il fatto che si tratta di un risultato cosi' stretto, anche se e' convincente, ma dimostra altrettanto quanto aspramente e quasi ugualmente sia divisa la societa' croata. Ma si rileva che per l'Ungheria la questione piu' importante e' come questo influenzera' le relazioni croato-ungheresi. E si osserva che sono possibili diversi scenari. Pero' invece di speculare, vediamo quello che potrebbero essere le basi di supposizioni, scrive 'Magyar Hirlap'.
Grabar-Kitarovic dal 2005 al 2008 era ministro degli esteri e integrazioni europee nel governo di Ivo Sanader che attualmente si trova in carcere. L'ex premier e' accusato di diversi atti corruttivi tra cui anche la vendita della compagnia petrolifera INA. Il fatto a contribuito notevolmente alle tensioni nelle relazioni croato-ungheresi. Questo non soltanto perche' in Croazia vogliono portare davanti alla giustizia anche il capo della MOL, Zsolt Hernadi ma anche perche' in Croazia ci sono sempre piu' protesta contro la MOL. Grabar-Kitarovic nella sua campagna ha annunciato la tolleranza zero alla corruzione. Si pone la questione pero' se questo slogan sara' sufficiente perche' l'HDZ esca dai dubbi sulla corruzione che proprio il governo di Sanader ha 'incollato' al partito. In altre parole, se la fermezza della signora presidente sara' sufficiente per mettere in ordine il cortile del suo partito....Sono possibili molti scenari e alla soluzione definitiva ci saranno ancora molti fattori ad influenzare la posizione dei croati nei negoziati sulla INA. Comunque vada, l'Adriatico continuera' ad essere stupendo anche quest'anno, come lo era in quello precedente. Una eventuale novita' potrebbero essere i manifesti elettorali sulle strade che ci porteranno alle destinazioni di villeggiatura, conclude il quotidiano ungherese 'Magyar Hirlap'.
Reazioni e commenti in Bosnia-Erzegovina
Che cosa rappresentera' la vittoria di Grabar-Kitarovic per la Bosnia Erzegovina si chiedono i giornali locali. Cosi' 'Dnevni list' scrive che i rappresentanti dei maggiori partiti con simboli croati della Bosnia ritengono che la vittoria di Kolinda Grabar-Kitarovic contribuira' ad un maggiore impegno della Croazia alle relazioni con la Bosnia nonche' alla soluzione della questione croata aperta. I rappresentanti croato-bosniaci affermano che la neo presidente, in base alle sue competenze costituzionali e secondo i suoi desideri, ha sicuramente buone intenzioni e possibilita'. Sia i rappresentanti politici che gli analisti locali non sono pero' del tutto in sintonia per quanto riguarda le valutazioni sulla futura politica della neoeletta presidente croata. Un rappresentante del Partito Socialdemocratico della Bosnia ha espresso speranza che Grabar-Kitarovic avra' rispetto verso il paese vicino in modo tale da appoggiare senza riserve l'integrazioni europea del Paese e la via verso la NATO ma di non interferire nelle questioni politiche interne. Uno degli analisti politici bosniaci e' invece dell'opinione che la vittoria di Grabar-Kitarovic sia l'inizio di importanti cambiamenti politici in Croazia che accadranno quest'anno e come cambiera' la situazione politica ed economica in Croazia, questo avra' certe ripercussioni anche in Bosnia Erzegovina e nel resto della regione.
“Nezavisne novine” scrive che la vittoria di Kolinda Grabar-Kitarovic dell'HDZ non si riflettera' seriamente sul corso della politica estera croata verso la Bosnia e aggiunge che la maggior parte degli analisti politici e funzionari locali ritengono che gli affari esteri croati, quale che siano i loro vertici, devono essere bilanciati con gli interessi dell'Ue. Secondo le parole di Mladen Ivanic, capo collettivo della presidenza a rotazione della BiH, le basi della politica estera croata sono definite da molto tempo. “Rimarranno relazioni corrette e la Croazia continuera' a dimostrare il suo interesse per la posizione dei croati in Bosnia Erzegovina il che accadeva anche prima” dice Ivanic. Il presidente del Partito Socialdemocratico (SDP), Nermin Niksic, ha espresso invece rammarico perche' la neoeletta presidente della Croazia nel suo primo intervento aveva praticamente fatto sapere di non vedere niente di contraddittorio nell'ulteriore divisione della Bosnia, scrive il quotidiano 'Oslobodjenje' e aggiunge che con le sue dichiarazioni sulla necessita' di una certa “emancipazione” del Paese e possibilita' di istituire una terza entita' oppure “nuovi cantoni” ha dimostrato di sapere molto poco della Bosnia Erzegovina...in questo modo la nuova presidente della Croazia cerca di rivivere la politica che abbiamo ritenuto appartenesse profondamente al brutto passato dei Balcani.
Su questo, Grabar-Kitarovic, in una intervista alla Al Jazeera Balkans, commentando le numerose reazioni alla sua posizione sull'ordinamento interno della Bosnia Erzegovina, ha detto che molte reazioni sono in effetti interpretazioni su quello di cui aveva parlato. “Voglio che i rappresentanti della Croazia in Bosnia si accordino con i legittimi rappresentanti degli altri due popoli in questo paese e accettero' ogni proposta che loro avranno. Non mi passa per la testa di mischiarmi nella politica interna ” ha sottolineato Grabar-Kitarovic. Ha aggiunto di sperare che un accordo in Bosnia sia possibile, ma che nel caso questo non sia raggiunto, la sua proposta e' di convocare una nuova conferenza internazionale alla quale parteciperebbero i rappresentanti di tutti i popoli costituenti. Grabar-Kitarovi ha annunciato che il primo paese che visitera' sara' proprio la Bosnia Erzegovina.
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