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Anche la Francia ha ratificato l'accordo di adesione della Croazia all'UE diventando cosi' il ventunesimo tra i 27 membri che lo hanno fatto. Il Regno Unito e il Belgio potrebbero essere i prossimi tra i rimanenti a concludere la procedura parlamentare: per il Regno Unito va detto che la Camera dei Comuni che quella dei Lord hanno ratificato l'accordo e manca solo la firma della regina. Tra gli stati membri che mancano ancora a concludere la ratifica, con maggiore attenzione si guarda alla ratifica della Germania ma soprattutto della Slovenia. Il Bundestag di Berlino dovrebbe ratificare il trattato di adesione croato dopo che la Commissione Europea il prossimo 21 marzo presentera' l'ultimo rapporto sul monitoring. Se il rapporto sara' del tutto positivo, il Bundestag molto probabilmente ratifichera' l'accordo nel mese di aprile. Il nocciolo piu' duro resta la Slovenia, l'unico dei 27 che non ha nemmeno iniziato la procedura parlamentare.
La Slovenia richiede alla Croazia di ritirare i processi che in Croazia si conducono sulla vicenda della Ljubljanska banka e il pagamento dei risparmi trasferiti. Anche se si e' insistito che la questione sia trattata come un problema bilaterale, la Slovenia continua a collegare la questione della Ljubljanska banka con l'ingresso della Croazia nell'Ue. Il ministro degli esteri sloveno Karl Erjavec insiste ad affermare che l'adesione della Croazia e' problematica se Zagabria non accettera' urgentemente un compromesso. Secondo la sua interpretazione, il compromesso, piu' o meno significa accettare le condizioni slovene. A peggiorare la situazione e' la sempre piu' profonda crisi politica in Slovenia che rischia le dimissioni del governo il che definitivamente ostacolerebbe la ratifica dell'accordo croato nel parlamento sloveno in tempo necessario per far si' che la Croazia aderisca all'Ue come previsto il prossimo 1 luglio.
Il dibattito alla Commissione esteri del Parlamento Europeo svoltosi martedi' ha dimostrato che al PE non si sta riflettendo sulla possibilita' che la Croazia non entri nell'Ue il prossimo primo luglio come pianificato: non esiste quindi un piano B, informano i media croati. Il parlamentare europeo sloveno Jelko Kacin ha ribadito pero' la posizione slovena, vale a dire che la Slovenia non iniziera' il processo di ratifica dell'accordo di adesione croato se il governo croato non provedera' prima al ritiro delle accuse contro la Ljubljanska banka davanti alle corti croate. Va precisato che i membri della Commissione esteri del PE hanno discusso la bozza di risoluzione sull'intero rapporto relativo al monitoring, dello stato di preparazione della Croazia per l'adesione all'Ue preparato dal relatore del PE per la Croazia, il socialdemocratico ceco Libor Rouček. La maggioranza dei deputati che avevano preso parte nel dibattito sono intervenuti sul problema della ratifica dell'accordo croato in Slovenia avvertendo che le questioni bilaterali non possono ostacolare il processo di allargamento. Nel dibattito ha partecipato anche l'osservatore croato al PE, il socialdemocratico Tonino Picula, membro del Consiglio generale del Partito Radicale Transnazionale il quale ha rilevato che la Croazia appoggera' i suoi vicini sul loro cammino verso l'Ue e che non abusera' delle questioni bilaterali per bloccare l'adesione dei vicini e questo il governo croato lo ha detto chiaramente. Picula ha sottolineato che la Croazia e' il primo paese che ha negoziato secondo criteri piu' severi ed e' il primo paese che aderisce all'Ue subendo gravi conseguenze delle guerre in ex Jugoslavia. Il parlamentare croato ha concluso dicendo che la Croazia adempirà tutti i suoi obblighi in tempo.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. La corrispondenza è andata in onda nella puntata di Passaggio a Sud Est trasmessa da Radio Radicale.
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