Il successo dei grissini fu particolarmente rapido, sia per la maggiore digeribilità rispetto al pane comune, sia per la possibilità di essere conservato anche per diverse settimane senza alcun deterioramento. Fra i grandi estimatori del grissino torinese, non si può non citare Napoleone Bonaparte, il quale creò, all’inizio del XIX secolo un servizio di corriera fra Torino e Parigi prevalentemente dedicato al trasporto di quelli ch’egli chiamava les petits bâtons de Turin La forma di grissino più antica e tradizionale è indubbiamente il robatà (pronuncia: rubatà). che in piemontese significa “caduto”, di lunghezza variabile dai 40 agli 80 cm, facilmente riconoscibile per la caratteristica nodosità, dovuta alla lavorazione a mano.
L’unica altra forma di grissino tradizionale e tutelata è il “grissino stirato”. D’invenzione più recente rispetto al robatà, si distingue da questi in quanto la pasta, invece che essere lavorata manualmente per arrotolamento e leggero schiacciamento, viene allungata tendendola dai lembi per la lunghezza delle braccia del panificatore, il che conferisce maggiore friabilità al prodotto finale. Soprattutto questo tipo di lavorazione permise la produzione meccanizzata già a partire dal XVIII secolo.
La ricetta di Mypersonaltrainer.it
Ingredienti
Per i grissini
- 250 g di farina Manitoba
- 150 ml di acqua
- 15 g di lievito di birra
- 6 g di sale
- 5 g di zucchero
- 25 g di semi di sesamo
- 25 g di olio extravergine d’oliva
Per coprire
- 70 g di semi di sesamo
Preparazione Grissini al sesamo
- Preparare l’impasto dei grissini sciogliendo il lievito di birra sbriciolato nell’acqua tiepida, addolcita con un po’ di zucchero.
- [...continua]
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