Crocetta fa voto di castità: è sexing review alla siciliana

Creato il 20 agosto 2012 da Albertocapece

Ognuno deve portare la sua Crocetta. I siciliani soprattutto visto che il candidato del Pd alle elezioni regionali rappresenta un mistero doloroso o gaudioso – quello si vedrà – ma comunque un enigma che l’assenza di visione politica dell’ensemble per cui corre, rende ancor più sconcertante. Da gay dichiarato  ha sorprendentemente iniziato la campagna elettorale parlando di “checche” invidiose nel suo partito e appellandosi alle checche dell’Udc: qualche giorno dopo si è scoperto che era inquilino del suo nemico Raffaele Lombardo; oggi giura che se sarà eletto, al sesso metterà una croce sopra. Bè insomma forse solo una crocetta.

Che cosa lo abbia spinto a una simile dichiarazione non è dato di sapere, anche se ho il sospetto che sia stata una trovatona per placare certe  striscianti inquietudini  perbeniste. Ma la sorpresa l’abbiamo quando Crocetta cerca di spiegare il perché di una promessa così  compromettente. La ragione starebbe nel fatto che lui  si considererà sposato con la Sicilia, che non ha più l’età delle scorribande, che non vuole minimamente rischiare di aderire al modello Berlusconi: “La sessualità, sia etero che omo portata agli estremi, crea effetti di sovraesposizione. Quando si hanno ruoli pubblici si deve essere molto prudenti e molto casti. Quando ero sindaco di Gela mi chiedevano spesso se avessi un compagno o una storia, e io rispondevo: ‘Niente sesso, siamo sindaci’.

Si scopre così che Crocetta ha una pessima opinione del Cavaliere come uomo e come politico (lo dice apertamente a cotè della dichiarazione di castità), però sembra aver introiettato e fatto proprio il modello berlusconiano nel quale il sesso si identifica  con l’orgia, la mignotteria, la prepotenza, l’arroganza dei potenti, la compravendita, l’uso dei corpi. Con una patologia, insomma. Ma tra fare sesso e avere bisogno di 18 ragazze giovanissime e all’occasione minorenni due volte alla settimana, non c’è alcun rapporto, così come non c’è tra il piacere della cucina e la bulimia. Quindi non ci sarebbe alcun bisogno di astenersi se in qualche modo non si ritenesse che il sesso fosse quella cosa da cannibali a cui abbiamo assistito per troppi anni e non solo per mano – diciamo così – di Berlusconi, ma di un’intera classe dirigente la cui protervia si esprimeva anche attraverso l’uso dei corpi, la cui nullità etica era evidente nel farsi reciprocamente mezzani e in cui la velina o il tronista non erano che il riposo o la ricompensa del bandito.

Non vorrei che Crocetta sia stato stato inquilino di Lombardo, ma  sia anche in affitto presso le  ossessioni di questa Italia indecente e che prometta di astenersi perché cova quel tipo di concezione del sesso come disordine, malattia, ossessione.  Che nuoce al decoro, alla sicurezza, e alla spending review . Ma se pensa al sesso vero non c’è proprio bisogno di castità, perché è tutt’altra cosa.   Certo ancora una volta non sappiamo cosa farà per la Sicilia, ma cosa non farà: e ad andare in bianco di certo sono per ora gli elettori.


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