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Croci & Crociate

Creato il 15 novembre 2015 da Albertocapece

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Anna Lombroso per il Simplicissimus

Ecco, ci risiamo, adesso possiamo tutti dedicarci al passatempo preferito dopo una strage, distinguere dall’alto della nostra civiltà superiore tra buoni e cattivi secondo la più diffusa religione, quel manicheismo unico autorizzato a concedere patenti di bontà o crudeltà, di civilizzazione o barbarie, di umanità o bestialità. Lo so è difficile tenere la testa a posto quando ci si sente minacciati e quando un concorso di piccole e grandi infamie contribuisce a innalzare i livelli di diffidenza, oscurantismo, timore.

Chi in questi giorni vuole andare oltre la cronaca, per ricercare motivi e responsabilità degli eventi, chi ricorda come si sia giunti a questo a causa di guerre condotte dagli stessi imperatori di sempre per depredare di risorse e ricchezze  paesi debilitati dallo sfruttamento, da una natura ostile, dal colonialismo, dai quali fuggono milioni di uomini donne bambini andando dove non li vuole nessuno, cosicché si alimenta frustrazione, rabbia, la disperazione di chi non ha nulla da perdere ed è pronto a tutto a delinquere o a ammazzare, ecco chi cerca nella storia oltre che nell’attualità le ragioni per dare sostegno alla ragione, si sente accusare di colpevole e complice indulgenza, di tolleranza e comprensione per gli assassini efferati, di buonismo o di complessi di colpa postcoloniali, che come è noto in Italia non albergano di certo se si è promossa la costruzione di un arduo monumento in onore del macellaio Graziani.

E i più illuminati, non contenti di aver passato la vita a distinguere tra fascisti buoni e cattivi, comunisti con tre narici e che mangiano bambini e quelli che ne hanno solo due, di narici, o di dire che la loro banca è differente, che anche nel Pd c’è qualcuno di sinistra, chiamano a raccolta l’islam moderato, reclamando a gran voce che si differenzi dai boia tagliatesta, che faccia, se non sconfessione di fede, almeno abiura parziale da interpretazioni ferine del Corano, da aberranti pregiudizi sessisti, che si sa da noi non hanno mai trovato ospitalità, da una cultura della morte in grado di condizionare tetramente esistenze e comportamenti.

Non si comprende, come al solito, da dove venga tanta iattanza, che cosa autorizzi questa proclamazione di superiorità in chi da un paio di millenni vive una vita personale e pubblica condizionata da un credo e da una chiesa, quello stesso credo che ha promosso sanguinose crociate, che ha legittimato l’Inquisizione, che ha guardato con accondiscendenza alla persecuzione degli ebrei, che ha mandato missionari nelle Americhe al servizio dei più feroci imperialismi.

Perché è certamente una lettura superficiale questa, ma non esiste fede e la sua gerarchia ecclesiastica, che prima o poi  non si sia messa al servizio dei poteri e dei potenti, non abbia benedetto eserciti invasori, tiranni sanguinari, guerre portatrici di benessere e civiltà.

Eppure pensiamo di poter concedere attestati di merito o di condanna, quando ne abbiamo esercitata così poca nei confronti di chi nei secoli ci ha scaraventato in guerre predone e corsare, e che oggi le motiva e definisce con un’oscena acrobazia semantica e morale  come campagne umanitarie, missioni di pace, esportatrici di democrazia.

Eh si, occorrerebbe essere davvero laici  nei confronti di fedi e teologie, compresa quella del profitto. Per non cadere nel tranello delle profetesse, fan delle guerre di Bush, promosse frettolosamente a guerre sante, come in quelli contemporanei dei Salvini, dei Belpietro, di chi oppone  culti e tradizioni innocenti, giusti e retti, propagandati con lo stesso fanatismo oscurantista dei “nemici”, in realtà per prestarsi ai disegni di un sistema di potere che vuole muovere, a seconda dei comandi dei padroni, eserciti di lavoratori ridotti in servitù, appagando la voracità insaziabile di chi ha a danno di chi non ha, che mette a frutto la paura e la diffidenza per limitare democrazia e libertà.

Si bisognerebbe essere laici: l’Islam e il mito del Califfato sono  sovrastrutture, sono l’esposizione di simulacri di una questione geopolitica molto chiara, il disordine provocato e favorito dall’Occidente,  che regna nel Medio Oriente.

Chiedere all’Islam moderato obiezione di coscienza è legittimo solo se noi disubbidiamo ai diktat della fortezza europea, solo se facciamo cadere in piazza,  con i referendum, con una vera opposizione, ancor prima che nelle urne, retrocesse a studi notarili, un governo di colonnelli, anzi di caporali incompetenti quanto vanitosi, solo se ripudiamo la guerra anche quando la facciamo noi e non solo se ne siamo bersagli, solo se ci accorgiamo che il modo contemporaneo di essere  schiavi è lo stesso di un tempo e quindi che se non  disertiamo, diventeremo  soldati,  kapò e vittime, tiratori scelti e caduti delle prime file, quelle che vengono decimate al posto dei generali.


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