Salvatore Parolisi è accusato di omicidio pluriaggravato da rapporto di parentela, crudeltà e minorata difesa, più deturpamento di cadavere in eventuale concorso nei confronti di sua moglie Melania Rea, uccisa nel bosco delle casermette (Ripe di Civitella) il 18 aprile e ritrovata soltanto due giorni dopo. L’accusa ha in mano elementi molto pesanti e altri devono ancora arrivare. Senza dubbio, tra gli indizi più rilevanti c’è il dna di Salvatore ritrovato dentro la bocca della donna: un bacio o una mano messa lì per non farla urlare troppo mentre la uccideva, come pensa l’accusa? Invece per la difesa ci sarebbero nuove cose, in particolare “i capelli e il dna femminile trovati sul corpo di Melania”. Ma non solo, a favore di Parolisi ci sarebbe anche la deposizione di una sentinella che dovrebbe aver ritrattato, e non solo. Sarà un processo di quelli con i fiocchi, con i difensori che promettono scoop su scoop. Una cosa e certa far cadere il castello probatorio potrà essere facile infatti è lo stesso gip Giovanni Cirillo che ha scritto nella sua ordinanza che gli investigatori dovranno impegnarsi di più per trovare un movente convincente. Il movente ormai in questi mesi è certo non sia la gelosia, forse c’è un segreto, probabile vi siano addirittura segreti di stato o altri misteri della caserma Clementi.
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