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Crollo wall street: solo un banale errore umano?

Creato il 10 maggio 2010 da Afrodite
Un banale errore umano sarebbe all'origine del crollo registrato giovedì scorso sul mercato azionario americano, quando l'indice è precipitato di mille punti scatenando il panico a Wall Street e non solo. Un ignoto operatore di Borsa, a quanto sembra impegnato in operazioni su titoli di Procter & Gamble, avrebbe digitato il tasto "b" di billion (miliardi) in luogo del tasto "m" di "million" (milioni) facendo crollare l'indice Dow Jones.
Ma attenzione: sarebbe troppo facile prendersela con lo sconosciuto (fortunatamente per lui!) operatore. Se ciò è potuto succedere significa due cose: 1) la velocità con cui avvengono le operazioni per via telematica porta ad un aumento delle possibilità di commettere errori; 2) è lecito domandarsi quali siano i meccanismi di controllo a tutela della sicurezza e se questi siano adeguati.
Esattamente due mesi fa, il 10 marzo 2010, abbiamo "festeggiato" (si fa per dire!) i dieci anni che ci separano dal giorno in cui il Nasdaq toccò il massimo storico e subito dopo scese a capofitto gettando nel panico le dot.com e i migliaia di risparmiatori travolti dalla febbre tecnologica.
Anche questo anniversario dovrebbe farci riflettere. Perché tanta gente investì in modo così massiccio i propri risparmi nei titoli tecnologici? Certo la febbre era generale, il clima di "corsa all'oro" era tale che era facile cedere al contagio. Ma ricordiamoci un'altra ricorrenza: proprio nel 2.000 era nato il trading online, ovvero la possibilità di acquistare e vendere azioni con un semplice clic, standonsene comodamente seduti a casa propria davanti a un computer. Semplice coincidenza?

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