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Cronaca di un rientro

Da S
CRONACA DI UN RIENTRO
Sono atterrata da pochissimo, aeroporto di Linate. Un volo lunghissimo, che però è "volato", che mi ha portato attraverso tredicimila kilometri, dal Pacifico a Milano.Arrivare a Linate non è gran cosa. Già da lì inizia tutto a sembrare più piccolo, più disorganizzato, più old. La discesa dalla scaletta dell'aereo, molto anni sessanta, stile Panam, la dice lunga. Da lì, sullo stesso nastro, gente che arrivava da Olbia e da Palermo, ovviamente, abbronzatissima. Il carico delle valigie, meno dell'anno scorso, ma sempre tantissime. Per il carrello devi avere gli euro in moneta, quindi si presume che gli stranieri arrivino muniti non solo di piccoli pezzi della nostra valuta, ma anche piccolissimi. Di carte di credito non se ne parla. Raggiungere l'auto al parcheggio è sempre un'impresa e lì mi viene subito in mente il LAX, col parcheggio comodissimo di fronte, sempre pieno di posti liberi. Ah! Il biglietto! In tutti i parcheggi a L.A. si lascia in auto. Quando si paga, perchè in tutti i public parking le prime due o tre ore sono gratis, si paga uscendo a bordo della propria auto. Qui bisogna ricordarsi di prenderlo, andare alla cassa a pagare e poi prendere l'auto. Un'impresa. O meglio, quando sei qui sei abituato. Quando arrivi da lontano ti accorgi della differenza. Non sono una di quelle esterofili a tutti i costi e non amo neanche parlar male dell'Italia. Ma forse, perchè ci tengo così tanto, mi altero un po' quando vedo come potrebbero andare diversamente tante cose.IL clima è piacevole, caldo, ma secco. Sono felice di non aver trovato il cielo grigio e l'umidità tipica delle estati milanesi. Il cielo blu è gran cosa...A casa è tutto strano. Non ricordo più dove sono le cose. Cerco le cose famigliari nella casa che ho lasciato in California. Tanto tempo via fa diventare estranea quella che dovrebbe essere "casa". Ma non voglio riabituarmi troppo presto. Terrò una valigia pronta all'uso. Non la stiperò in mansarda, la lascerò in giro e inizierò a prepararla. Prossima destinazione: New York. Ma terrò sempre nel mio cuore e nei miei occhi l'immagine dal terrazzo dell'oceano, del cielo blu, della sabbia, delle palme, del sole che piano piano sparisce dietro Malibu, di quei fantastici tramonti. L'altra sera ho fotografato tutto con quella macchina nascosta dentro di me che non può dimenticare nulla della California. La terrò sempre con me, per riscaldare l'inverno che verrà. Ma sarò sempre pronta a scappare lì, nel mio rifugio, che ora sembra così grande.S.

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