Cronaca di una convivenza. Il male oscuro della depressione

Da Ornellaspagnulo82 @OrnellaSpagnulo

Dovevamo essere io e Daniele, stasera a cena insieme. Non c’era molto in effetti da mangiare: avevo preso la bresaola, la rucola, panini strani dalle forme originali (quando li ho ordinati al banco del forno gli ho detto proprio: “Vorrei quei panini strani”), le fragole già affettate. Daniele oggi l’hanno spremuto bene a lavoro, era stanco e non ce la faceva a venire. “Vengo io sotto casa tua”, “No, lascia stare. Vado a dormire alle nove”.

Cenando sola quella bresaola con un pochino d’olio, i panini strani e la rucola, mi è venuta in mente mia madre. Lei che non mi chiama quasi mai, e aspetta che le telefoni io.

Così in mezzo alla cena ho chiamato mamma. “Come stai?”, “Papà è partito ieri, torna domani. Stavo guardando Un Posto Al Sole e mi hai chiamato!”.

Abbiamo parlato tanto, è tornato tra gli argomenti il discorso della depressione:

“Ti ricordi quando dormivo tutto il pomeriggio, mamma? Ora no, ho la novità della casa da tenere in ordine. Scrivo tutto il giorno

“Io mi sento frastornata di giorno”

“Fai quello che ti piace. Vuoi ballare? Andate con papà a ballare. Non ti sembrerà un impegno faticoso.”

“Hai ragione”.

Scrivendo questo ho pensato a due cose. La prima è quel delizioso film di Nanni Moretti, La stanza del figlio, dove il figlio di uno psicoanalista muore e, alla paziente depressa, quel dottore, interpretato da Moretti, suggerisce:

“Si trovi un interesse. Faccia sport, diamine!”.

So però che non è proprio così. Trovarsi un interesse non è la soluzione decisiva. Virginia Woolf ed Ernest Hemingway amavano scrivere, eppure si sono ammazzati. Non può bastare neanche l’amore per avere l’umore tranquillo. Mamma è felicemente sposata da più di 30 anni. Anch’io sono molto felice in amore.

Un male oscuro si è impossessato della nostra era, e già da tanto. Per rimediare, parliamo con gli psicologi e gli psichiatri, scriviamo o balliamo, sentendo quel mostro alitare. Forse quel mostro è la paura della morte, che è segnata, è là mentre tutti fingono che non ci sia. Solo noi ce ne rendiamo conto. E la ricordiamo agli altri.

Ornella Spagnulo

Leggi Cronaca di una convivenza. Lo specchio di Kundera 



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :